Esteri

Iran pronto all’attacco, Hamas sceglie Sinwar come capo politico

di Ernesto Ferrante -


Israele ha informato gli Stati Uniti di essere responsabile dell’uccisione di Ismail Haniyeh, ex capo politico di Hamas, subito dopo aver portato a termine l’operazione. A rivelare la notizia è il Washington Post, secondo cui i funzionari della Casa Bianca erano sorpresi e arrabbiati per l’assassinio di Haniyeh, temendo potesse costituire una battuta d’arresto per il già difficile lavoro per arrivare ad un accordo sul cessate il fuoco a Gaza.
“Nessuno deve intensificare questo conflitto – ha rimarcato nelle ultime ore il segretario di Stato Usa, Antony Blinken – Siamo stati impegnati in un’intensa attività diplomatica con alleati e partner, comunicando questo messaggio all’Iran. Abbiamo comunicato questo messaggio direttamente a Israele”.
Il Movimento islamista palestinese, smentendo le voci circolate nei giorni scorsi, ha scelto Yahya Sinwar come suo nuovo capo politico. L’uomo dei tunnel, che ha ideato l’attacco del 7 ottobre, ha avuto la meglio su Muhammad Ismail Darwish, numero uno del consiglio della Shura e mente economica del gruppo, più gradito a Doha e Teheran. La promozione del leader dell’ala militarista, è “un messaggio forte all’occupante che Hamas sta continuando sulla via della resistenza”.
Hezbollah si congratula per la decisione, ritenuta una prova del fallimento di Israele, che con l’eliminazione di leader ed esponenti di Hamas non è stata in grado di raggiungere i suoi obiettivi. Anche gli Houthi dello Yemen hanno espresso la propria soddisfazione per la successione interna agli alleati. Il portavoce degli Houthi, Mohammed Abdulsalam, ha chiesto via X per Sinwar “supporto e guida” divini “per portare avanti questa responsabilità in una fase storica del confronto con il nemico israeliano”.
“L’elezione di Yahya Sinwar a leader di Hamas deve mandare un messaggio chiaro al mondo, la questione palestinese è ora sotto il controllo completo di Iran e Hamas”. Ha esordito così in un post su X il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz. Per il ministro, “senza l’azione israeliana a Gaza l’area cadrebbe interamente sotto il controllo di Hamas”.
In Cisgiordania, ha aggiunto Katz, “Abbas e l’Autorità palestinese sopravvivono solo per le intese operazioni militari israeliane contro le infrastrutture di Hamas e della Jihad Islamica, sostenuti e promossi dall’Iran”, accusato di “lavorare per contrabbandare armi in Giordania per destabilizzare il regime e riempire i campi profughi”.
Il componente dell’esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu, ritiene che Israele debba “mantenere il controllo su sicurezza e affari esteri per impedire la creazione di un’altra roccaforte estremista iraniano-islamista e consentire ai palestinesi di gestire i loro affari interni”.
Il mondo, ha concluso il capo della diplomazia di Tel Aviv, “deve vedere la realtà per come è e sostenere Israele, attualmente in prima linea nella battaglia contro l’asse iraniano e l’estremismo islamico”.
Lo Stato ebraico “riceverà presto una risposta forte e decisa” e “non c’è dubbio su questo”. Sono queste le parole pronunciate dal capo dell’Esercito iraniano, generale Abdolrahim Mousavi.
La Repubblica islamica ha fatto sapere di aver potenziato la difesa aerea con nuovi radar e missili intercettori. Il Generale Alireza Sabahifard, si legge in una nota, ha visitato diverse aree, siti e postazioni radar di “unità nell’est” del Paese, al confine con Afghanistan e Pakistan, e ha “valutato il livello di prontezza e capacità operativa delle unità”.
La Turchia ha presentato formalmente ieri la richiesta alla Corte internazionale di giustizia (Icj) di unirsi alla causa del Sudafrica contro Israele, per una presunta violazione della Convenzione sul genocidio.
“Incoraggiato dall’impunità dei suoi crimini, Israele uccide ogni giorno più palestinesi innocenti. La comunità internazionale deve fare la sua parte per fermare il genocidio: deve esercitare la pressione necessaria su Israele e sui suoi sostenitori”, ha dichiarato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, via social.


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