Il mondo litiga ma il vero nodo da sciogliere è quello dell’intelligenza artificiale, lo ammette anche Giorgia Meloni. Anche perché l’algoritmo è già uno dei protagonisti centrali delle guerre ibride che si stanno giocando, più o meno palesemente, sul tavolo geopolitico internazionale. La forza dell’Ai, per ora, non è ancora immaginabile. E Giorgia Meloni teme che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale possa imprimere un cambio di paradigma decisivo: “Abbiamo sempre avuto un progresso che aiutava a migliorare le nostre competenze – ha detto a SkyTg24 – ma senza mai mettere in discussione la centralità dell’uomo”. La premier ha riferito che, nemmeno Elon Musk sia riuscito a tranquillizzarla,
nel corso del loro incontro a Roma, sulle prospettive Ai, rimane necessario portare un controllo degli Stati sugli sviluppi di questa
tecnologia. Insomma, tocca ai Paesi mettere le redini all’intelligenza artificiale. Il tema è legato anche alla trasformazione delle guerre, che si giocano non più sullo scontro aperto tra potenze ma sugli equilibri e gli scenari regionali. L’Ai, in senso bellico, può rappresentare uno strumento decisivo.