Attualità

INGRANDIMENTO – Molto rumore per nulla sul Covid. PM: archiviazione per Conte e Speranza

di Rita Cavallaro -

GIUSEPPE CONTE, POLITICO ROBERTO SPERANZA, MINISTRO DELLA SALUTE


Molto rumore per nulla. Come se a questo Paese, duramente colpito in termini di vite umane dal Covid-19 e incattivito da una frattura sociale tra no vax e integralisti del vaccino, servisse alimentare ulteriormente complotti, misteri e presunte incapacità nella gestione della pandemia. Ma tant’è, se dopo tre anni di indagini, centinaia di stralci dell’inchiesta finiti sui giornali, accuse gravissime di epidemia colposa da far congetturare per gli imputati un destino in una cella dalla quale buttare la chiave, ora sono gli stessi accusatori a sostenere l’archiviazione per i nomi più altisonanti, quello dell’allora premier Giuseppe Conte e del suo ministro della Salute Roberto Speranza. La procura di Brescia, che indaga sulla gestione della prima ondata di Covid nella Bergamasca, ha infatti chiesto al Tribunale dei Ministri di archiviare l’indagine nei confronti di Conte e Speranza, entrambi indagati appunto per epidemia colposa e omicidio colposo. I magistrati bresciani, insomma, non reputano le accuse ipotizzate dalla Procura bergamasca in grado di reggere contro i due imputati. Più chiacchiericcio, per un’inchiesta da prima pagina, che elementi probatori da portare in giudizio. Motivo per il quale i pm Francesco Prete e Silvio Bonfigli hanno firmato il provvedimento di archiviazione e lo hanno inoltrato al Tribunale dei Ministri, che aveva ricevuto le carte di Bergamo lo scorso marzo e che ora dovrà valutare la nuova istanza. Se la richiesta di archiviazione sarà accolta, sulle eventuali condotte in pandemia di Conte e Speranza calerà definitivamente il sipario, altrimenti bisognerà passare da Camera e Senato per l’autorizzazione a procedere. Un’eventualità che si allontana sempre più, considerando il fatto che se nelle migliaia di pagine dell’inchiesta gli stessi pm non hanno ritenuto solido l’impianto accusatorio, sarà difficile che i giudici del Tribunale dei ministri rilevino elementi in grado di supportare un rinvio a giudizio. Di fatto, dunque, perfino la perizia di Andrea Crisanti, passato da virostar a parlamentare del Pd con un passo breve, sarebbe rilevante contro Conte, implicato per la mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo, e Speranza, che risponde delle accuse riguardanti la mancata applicazione del piano pandemico esistente e per il mancato aggiornamento del protocollo sanitario. Il 10 maggio scorso, Conte e Speranza erano stati sentiti a Palazzo di Giustizia dal collegio del Tribunale dei Ministri, composto dai giudici Maria Rosa Pipponzi, Michele Stagno e Vincenzo Domenico Scibetta. L’ex presidente del Consiglio, in quella sede, avrebbe chiarito tutto, come aveva confermato subito dopo la testimonianza il suo avvocato, Caterina Malavenda. Non per i familiari delle vittime del Covid, però, sul piede di guerra contro l’archiviazione: “Questa non è giustizia, con questa richiesta è stata tradita per l’ennesima volta la memoria dei nostri cari e il loro sacrificio. Confidiamo nella presa di coscienza di quanto accaduto, perché il Covid-19 non è stato uno tsunami come ci vogliono far credere: molte morti si sarebbero dovute evitare e qualcuno è responsabile di ciò”. Se non qualcuno, forse qualcun altro. Perché in caso di archiviazione di Conte e Speranza, ci sono ancora molti nomi nel registro degli indagati. In primis, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, sempre per la mancata istituzione della zona rossa, così come il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, l’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo e altri. Sul fronte del piano pandemico sono implicati, tra i tanti, l’ex assessore regionale al Welfare lombardo Giulio Gallera, l’ex capo della Protezione civile Angelo Borrelli e ancora Silvio Brusaferro.


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