Infrastrutture: oggi c’è il Pnrr, e domani?
AGATOS ENERGIA CANTIERE IMPIANTO DI PRODUZIONE BIOMETANO CENTRALE
C’è vita oltre il Pnrr. La vera sfida dell’Italia sta nel darsi un orizzonte ancora più ampio per immaginare il suo futuro. Specialmente per quanto riguarda le infrastrutture. Parole e musica di Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, uno dei grandi player del settore delle costruzioni, che è intervenuto a Roma, l’altra sera, al convegno organizzato dall’Oice, l’organizzazione che riunisce le associazioni di ingegneri, architetti e consulenti tecnici ed economici, su temi caldi del dibattito in materia di infrastrutture. Dal Pnrr al Green Deal, passando per il Ponte. Il titolo del convegno. Quantomai programmatico. Per Salini occorre osare spingersi ancora oltre: “Il settore delle infrastrutture è in crescita e sta facendo da traino a prodotto interno lordo e occupazione, anche grazie alle risorse del Pnrr. Dobbiamo cogliere questo momento positivo in termini di investimenti e risorse disponibili per guardare oltre il piano per un progetto Paese più ampio, per disegnare il paese che vogliamo essere nei prossimi anni, dal punto di vista produttivo, infrastrutturale, sociale, orientando verso questo progetto sia le risorse intellettuali che quelle imprenditoriali e finanziarie”.
L’ad WeBuild ha poi snocciolato le emergenze e le richieste del settore delle costruzioni per far accelerare il lavoro sulle infrastrutture: “È fondamentale – ha sottolineato Salini – riuscire a superare il vincolo della frammentazione del comparto, attraverso sistemi imprenditoriali forti guidati da una impresa più grande che opera come main contractor di una filiera di imprese di dimensioni minori”. È anche questione di dimensioni, per Salini: “Nel settore delle grandi opere infrastrutturali la classe dimensionale delle imprese è cruciale, per far fronte alla crescita del contenuto tecnologico delle opere, per effettuare la formazione necessaria in sicurezza, per implementare le più avanzate tecniche di presidio in termini di trasparenza e legalità, oltre che per far fronte a shock improvvisi come l’aumento dei costi delle materie prime”.
Ma il lavoro sui cantieri porta con sé tanti altri spunti che l’amministratore delegato di WeBuild ha voluto affrontare davanti alla platea Oice: “Solo nel 2022 come Webuild abbiamo erogato quasi un milione di ore di formazione di cui quasi 700mila su sicurezza ed ambiente, coinvolgendo anche i nostri fornitori”.
Intanto, Oice ha fornito ieri i dati sul fatturato del settore. Il Pnrr sta dando un’accelerata potente al comparto infrastrutture. Che sono lusinghieri. Le società di ingegneria e di architettura hanno aumentato il loro giro d’affari del 22 per cento e il business si attesta, per il 2022, a 3,7 miliardi di euro. Le stime per quest’anno sono ancora migliori: il fatturato complessivo crescerà di un ulteriore 17,1% raggiungendo un volume d’affari stimato in 4,4 miliardi, di cui 1,4 miliardi derivanti dal mercato estero. Lo sprint che fa bene all’occupazione, che quest’anno darà lavoro a più di 32mila persone. Ma c’è possibilità di impiego per tante figure che gli imprenditori del campo non riescono a ingaggiare. La gran parte dei meriti di questa corsa è del Pnrr. Secondo l’Oice, i contratti derivanti dal Recovery pesano per quasi il 25% del fatturato di almeno metà delle imprese del settoreLa gran parte dei meriti di questa corsa è del Pnrr. Ma ora le aziende e gli addetti ai lavori sperano che il trend possa proseguire anche una volta che il piano si sia concluso.
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