Incanto e magia dell’Opera dei Pupi
Seminascosto dietro la monumentale piazza Marina, a Palermo, c’è un luogo straordinario legato alla tradizione popolare e alla cultura siciliana. E’ il Museo Internazionale delle Marionette “Antonio Pasqualino”, dimora espositiva di un esercito di burattini. Raccoglie oltre 5000 pezzi, in parte provenienti dal mondo (dall’Africa al Sud Est asiatico, Vietnam, Nigeria, Corea, India) e una ricchissima collezione di pupi siciliani, protagonisti indiscussi all’affascinante mondo dell’Opera dei Pupi, riconosciuta dall’Unesco patrimonio orale e immateriale dell’umanità.
Nella tradizione palermitana l’Opera dei Pupi è arte, è storia, è cultura popolare. E’ teatro.
Incanto e magia di narrazioni sceniche, dove domina assoluto il ruolo delle figure capaci di affascinare e catturare grandi e piccini. Tra gesti e parole, raccontano di storie di santi e di banditi, di lotte con i saraceni e di pièce quali “Il duello di Orlando e Rinaldo per amore della bella Angelica”, solo per citare alcune tra le innumerevoli gesta eroiche, di cui hanno scritto anche maestri della Letteratura Italiana, come Ariosto, Boiardo e Tasso, e narrate da grandi maestri pupari, dai Cuticchio, ai Bumbello, alla famiglia Argento, che da generazioni divulgano la storia e l’arte dei Pupi Siciliani, rimasta una delle espressioni più significative della memoria storica e dell’identità culturale della Sicilia.
Un patrimonio straordinario a noi pervenuto grazie alla passione di maestri, come il cantastorie e attore Mimmo Cuticchio impegnato a diffondere la magica arte del cunto orale e del teatro dei pupi, con l’attività portata avanti finno ai giorni d’oggi nel Teatro Opera dei Pupi, situato in una piccola strada nel cuore di Palermo.
“Io i miei pupi non li chiamo pupi, li chiamo compagni di viaggio” – dichiara Franco Cuticchio della Compagnia Franco Cuticchio – figlio d’arte, che ripercorre un prezioso frammento di memoria e tradizione. Anche lui, come molti pupari, ha avuto suo padre come maestro e ricorda la sua infanzia legata ai tempi in cui, da bambino, partecipava agli spettacoli insieme a suo padre, muovendo i primi passi nel magico mondo del teatro dell’Opera dei Pupi.
E non si può non citare la famiglia Argento, maestri pupari dal 1893, che da cinque generazioni divulga la storia e l’arte dei Pupi Siciliani e ancora oggi mette in scena le opere dei paladini di Francia e molti spettacoli originali, ispirandosi alla tradizione e alle storie di Sicilia.
“Il mio primo pupo l’ho fatto a 12 anni, era di 35 centimetri” – ricorda Salvatore Bumbello della Compagnia Brigliadoro. Nato come costruttore di pupi, Salvatore racconta la sua esperienza vissuta nel laboratorio del padre, suo grande maestro che gli ha trasmesso una passione e un sapere che ancora oggi vivono nelle sue creazioni.
Tramandata di generazione in generazione, l’Opera dei Pupi è una straordinaria eredità culturale, divenuta parte integrante di quel patrimonio di tradizioni da preservare e valorizzare. Con questi obiettivi negli anni ’50, su iniziativa di un gruppo di intellettuali palermitani, prende il via una vasta operazione di recupero del mondo delle tradizioni che nel 1975 porta alla nascita del Museo Internazionale delle Marionette, istituito dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, fondata da Antonio Pasqualino, medico chirurgo, insigne antropologo e cultore della storia e delle tradizioni popolari della sua terra natale, la Sicilia, che dedicò gran parte della sua vita all’attività di ricerca a sostegno di quella forma teatrale, così tanto praticata e radicata, ma che nella seconda metà del Novecento sembrava oramai avviata verso un progressivo e inarrestabile declino.
La prima raccolta di marionette avviata da Pasqualino, attorno alla quale si andò costituendo il Museo, fu una collezione di pupi siciliani. Fu solo l’inizio di un grande progetto. Oggi il Museo Internazionale delle Marionette di Palermo, intitolato ad Antonio Pasqualino, ospita più di 5 mila opere, tra marionette, burattini, ombre, automi e macchine sceniche provenienti da tutto il mondo. Nelle sue sale espositive, accanto a collezioni provenienti dal Giappone, o ancora, dal teatro sull’acqua del Vietnam, trovano spazio collezioni di antiche marionette italiane e la più vasta e completa collezione di pupi siciliani (palermitani e catanesi) e napoletani. Al suo interno si trova anche il più antico “pupo armato”, creato nel 1828 da Alberto Canino.
Il Museo – dichiara il direttore Rosario Perricone – svolge principalmente un’azione di diffusione della cultura, attraverso un ricco programma di eventi scientifici che, tra seminari, convegni, conferenze, presentazioni letterarie, progetti di formazione, laboratori ed attività educative, mostre, spettacoli teatrali, rassegne e recite, continua ad essere un punto di riferimento a livello internazionale e, soprattutto, si identifica come un centro per la salvaguardia, la conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio legato all’Opera dei Pupi, una pratica teatrale rappresentativa dell’identità del territorio.
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