In Toscana i fiori per combattere il rischio idraulico e rafforzare gli argini dei fiumi
Toscana laboratorio della bonifica a cielo aperto con un progetto di ricerca – Argini fioriti – wildflowers – che studierà alcune piante autoctone, presenti all’interno del comprensorio consorziale, per sfruttarle. Specie erbacee che, pur avendo una crescita ridotta per non ostacolare il normale deflusso dell’acqua in alveo, sono capaci di contrastare i fenomeni erosivi superficiali da dilavamento, garantendo argini più solidi e, al tempo stesso, producendo una grande quantità di fiori utili per la riqualificazione del paesaggio rurale, ma anche fonte alimentare per gli insetti impollinatori.
Un’iniziativa che segnala l’attenzione dei Consorzi di bonifica ed irrigazione per “coniugare gestione idraulica e biodiversità – dice il presidente Anbi, Francesco Vincenzi -: è la cosiddetta manutenzione gentile, rispettosa degli ecosistemi e degli habitat naturali, interventi mirati di pulizia nei corsi d’acqua e che permettono di mantenere fasce di vegetazione ripariale lungo l’alveo nei periodi più delicati per la fauna e la flora locali”. Fiori che non sono invasivi, “ricchi di biodiversità: un valore aggiunto per tutti i territori”, aggiunge il presidente del Consorzio di bonifica Toscana Nord, Ismaele Ridolfi. Un progetto che potrà trovare altrove applicazione perché – spiega il dg Anbi, Massimo Gargano – “prevede anche il finanziamento di una borsa di ricerca per l’approfondimento degli aspetti botanici, agronomici e idraulici legati agli interventi”.
Già definite le tappe dell’attività: “L’accordo di collaborazione fra Consorzio di bonifica Toscana Nord ed Ateneo di Pisa si svilupperà così – racconta Nicola Silvestri, docente universitario e referente per il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali -: entro il mese di dicembre saranno individuati i tratti dei corsi d’acqua dove procedere all’impianto delle nuove specie, privilegiando aste a ridotta intensità idraulica ed inserite in contesti agricoli o naturali. Nel corso del primo semestre 2025, il via della messa a dimora delle specie selezionate, mentre nel semestre successivo verranno valutati gli effetti prodotti sia in termini ambientali che di gestione idraulica. Nel 2026, poi, una nuova campagna di semina o trapianto per annullare eventuali fallanze, per arricchire ulteriormente la comunità floristica”. Il passo successivo potrà essere l’estensione degli interventi ad altre porzioni della rete idraulica superficiale”.
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