IN LIBRERIA – La compagnia degli enigmisti
Recensione – La compagnia degli enigmisti, di Samuel Burr (Longanesi 2024) traduzione di Alba Bariffi
Un ragazzo, abbandonato alla nascita e accolto da un gruppo di menti straordinariamente brillanti. Un rompicapo finale, di quelli che sembrano impossibili da risolvere. Un segreto capace di cambiare ogni cosa. Come ultima lettura “estiva” ci siamo immersi nel labirinto de La compagnia degli enigmisti, di Samuel Burr (Longanesi, 2024) con la traduzione di Alba Bariffi. Una storia cheinizia in una vecchia villa nel Bedfordshire dove vive Philippa Allsbrook, leggendaria creatrice di enigmi. Nelle sue stanze polverose condividono le loro passioni un gruppo eccentrico composto da esperti di sciarade, rebus e labirinti. Sono le menti, ormai anziane, tra le più brillanti e allenate d’Inghilterra. Tra loro c’è anche il giovane Clayton Stumper, un membro fuori dai “modelli” della compagnia: Philippa lo aveva trovato abbandonato, appena nato, davanti alla porta della villa.
Cresciuto tra ottuagenari e con pochi legami con il mondo esterno, Clayton si comporta come un uomo di altri tempi, ma soprattutto non ha mai saputo nulla sulle sue origini. Solo con la morte di Philippa, il giovane riceve un’eredità molto particolare: una scatola misteriosa, il cui contenuto potrebbe finalmente rivelargli qualcosa sul suo passato. Si aprono qui pagine ricche di cruciverba e giochi di parole che il protagonista (insieme al lettore – elemento stimolante per la lettura ma anche divertente) dovrà risolvere. Non si tratta di un giallo, ma di un mistero da risovlere. Il giovane (e il lettore) è accompagnato dalla bizzarra compagnia degli enigmisti e, cercando di decifrare il messaggio nascosto nella scatola, si troverà a confrontarsi con il più difficile dei misteri, quello che riguarda la vera natura della sua identità. La compagnia degli enigmisti si presenta, sin dalla copertina, come molto particolare e dalla trama non consueta, come la scelta di alternare i capitoli del libro tra passato e presente. Ma non solo enigmi e labirinti: in questa storia ci sono soprattutto i personaggi e le loro storie ad emergere dalle pagine.
La narrazione scorre senza parentesi prolisse e anche se la trama non si arricchisce andando avanti, emergono le emozioni e le insicurezze dei protagonisti: dolcezza, tenerezza, amore, amicizia, si vivono e si percepiscono, in ogni fase. Unica “pecca”, il finale forse un po’ forzato: la soluzione finale è chiaramente un colpo di scena, ma da tutto il preambolo fatto, l’identità dei genitori non era poi così difficile da intuire.
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