IN LIBRERIA – Il dio dei boschi
Con Il dio dei boschi (NN Editore, 2024 – traduzione di Ada Arduini) Liz Moore torna con un romanzosì avvincente, ma anche complesso che va a mescolare il genere thriller con il dramma, in questo caso familiare.
Ambientato nell’estate del 1975, la storia inizia con la scomparsa di Barbara Van Laar, un’adolescente ribelle, dal Camp Emerson, il campo estivo di proprietà della sua ricca famiglia. Questa tragedia riporta la mente a un evento simile accaduto quattordici anni prima, quando il fratello maggiore di Barbara, Bear, sparì nei boschi senza lasciare traccia. Entra qui in gioco la giovane detective Judyta Luptack dalle cui indagini emerge un intreccio di segreti, conflitti e tradimenti che coinvolge non solo la famiglia Van Laar ma l’intera comunità. Ogni personaggio contribuisce a svelare una parte della complessa verità: Alice, la madre di Barbara e Bear, consumata dal dolore e dalla solitudine; Peter, il padre assente, concentrato solo sull’apparenza e sull’onore familiare; Tracy, l’unica amica di Barbara, che cela dettagli cruciali sui suoi movimenti. La trama si sviluppa attraverso un intreccio di punti di vista e salti temporali, un meccanismo narrativo che Moore padroneggia con grande abilità. Il romanzo esplora le dinamiche familiari, i traumi dell’infanzia e le pressioni sociali derivanti dal privilegio e dalle apparenze. I capitoli brevi rendono il ritmo incalzante e mantengono viva la suspense, accompagnando il lettore in un viaggio emotivo tra passato e presente. Un aspetto del romanzo da sottolineare è l’ambientazione: i boschi circostanti il campo diventano un personaggio e una metafora del mistero e del pericolo, specchio delle contraddizioni umane che Moore esplora con profondità. La scrittura risulta vivida e dettagliata, tanto da cadere nell’inquietante. Nonostante la ricchezza narrativa, è il finale del libro a lasciare un po’ di perplessità. Alcuni eventi risultano poco credibili, e alcune storyline restano irrisolte, togliendo coerenza all’insieme. In ongi caso, Il dio dei boschi resta un’opera coinvolgente che riesce a emozionare e far riflettere, confermando Liz Moore come una maestra nel fondere mistero e introspezione psicologica. Consigliato a chi ama i romanzi che vanno oltre il semplice intrigo per esplorare le complessità dell’animo umano e delle relazioni interpersonali.
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