Attualità

IN GIUSTIZIA – Il rischio è donna

di Redazione -


di ELISABETTA ALDROVANDI

Nubi all’orizzonte per le donne. Non che sia mai stato particolarmente facile, dalla notte dei tempi, appartenere al genere femminile, ma quello che ci raccontano i numeri sulle violenze sessuali e i cosiddetti “femminicidi” sono tutt’altro che rassicuranti.
Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale ha reso noti i dati relativi ai delitti in cui le donne sono vittime, dagli atti persecutòri ai gli omicidi in àmbito domestico alla violenza sessuale.
“Il dato inerente all’applicazione del Codice rosso (che prevede il riascolto della vittima entro 72 ore dalla denuncia allo scopo di adottare misure limitative della libertà personale nei confronti della persona denunciata) vede un significativo incremento”, si legge nel rapporto, “sia dei delitti commessi che delle segnalazioni a carico dei presunti autori noti”.
Ciò significa che, se da un lato aumentano le denunce perché c’è maggiore fiducia nella possibilità di tutela da parte del sistema, dall’altro è necessario implementare ulteriormente il supporto a chi subisce questi reati, così difficili sia da identificare, in primis da parte di chi li subisce, sia da contrastare.
Purtroppo, si registra un trend di crescita per le violenze sessuali, confermando la necessità di riservare a tale fenomenologia criminale la massima attenzione”, riporta il dossier.
“Ciò anche se il rilevato incremento dei dati può, almeno in parte, essere letto quale il parziale ‘affioramento di un sommerso’, ossia la testimonianza anche di un’aumentata sensibilità verso il fenomeno e quindi di una maggiore propensione alla denuncia da parte delle vittime e dei testimoni. Dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497) , l’incremento è stato significativo e si è attestato, nel 2022, a 5.991 eventi”.
Per quanto riguarda la diffusione geografica “l’Emilia Romagna, la Liguria e il Trentino Alto Adige le regioni con la più elevata incidenza dei reati commessi (in rapporto al numero di abitanti)”.
Le vittime “predominanti sono di sesso femminile, il 91%, di queste “il 71% sono maggiorenni e il 79% di nazionalità italiana”.
D’altronde, che le violenze sessuali avessero subito un incremento considerevole è lapalissiano, con gli innumerevoli casi che la cronaca nera registra costantemente: tra gli ultimi, la giovane violentata all’interno di un ascensore in Stazione Centrale a Milano, per il cui fatto è stato arrestato uno straniero senza fissa dimora con precedenti, che il giudice, nella decisione di trattenere in carcere, ha descritto come un soggetto che sembrava quasi vantarsi della violenza perpetrata.
Purtroppo le nostre città sono sempre più insicure, e le donne rischiano non solo aggressioni, scippi e rapine, ma anche violenze sessuali.
Sembra difficile proteggersi da questo pericolo, ma alcuni consigli pratici possono essere utili: evitare di camminare per strada da sole, soprattutto nelle ore serali, notturne e al mattino presto, cercare di evitare luoghi isolati preferendo zone frequentate, e utilizzare app di richiesta aiuto come quella dell Polizia di Stato.
Ovviamente non sono strumenti che allontanano del tutto il rischio, ma possono aiutare a evitare situazioni di pericolo. Perché laddove il controllo del territorio non è abbastanza efficiente e le leggi non sufficientemente efficaci, siamo noi a dover provvedere, per quanto possibile, alla nostra tutela.
Senza considerare che anche l’aspetto culturale e il background sociale e familiare di origine degli aggressori sono fondamentali per prevenire e combattere un fenomeno che colpisce quasi solo le donne e che crea grave e giustificato allarme sociale: abbattere i disvalori con cui i maschi sono cresciuti in certi ambienti in cui prevale l’oggettivizzazione della donna, educare all’uguaglianza e al rispetto, sanzionare con pene adeguate e efficacemente rieducative sono i principii imprescindibili perché questi numeri, pesanti e incompatibili con una società civile, possano scendere.
A zero.


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