Attualità

In difficoltà per Nomisma l’industria dell’arte: in Italia l’Iva più alta d’Europa

di Giorgio Brescia -


L’industria dell’arte italiana – nel 2023 ha generato un giro d’affari diretto pari a 1,36 miliardi di euro e un impatto economico complessivo di 3,86 miliardi di euro – registra una significativa contrazione, secondo un rapporto redatto da Nomisma.

Questa analisi rileva la difficoltà delle 1.618 gallerie d’arte e dei 1.637 antiquari attivi sul territorio nazionale che avrebbero visto diminuire progressivamente il proprio numero e il proprio fatturato reale per una causa principale, un sistema fiscale che in Italia non è allineato a quello degli altri Paesi europei, perché gravato dall’aliquota Iva più elevata a livello comunitario.

Nel nostro Paese, ogni cessione di opere d’arte è soggetta all’aliquota ordinaria del 22%, la più alta in Europa, mentre la Francia ha deciso di estendere dal primo gennaio 2025 il regime agevolato del 5,5% a tutte le transazioni artistiche, incluse le importazioni e le cessioni e a ruota la Germania ha ridotto la propria aliquota al 7%. Per la stessa opera d’arte – afferma Nomisma – un collezionista pagherebbe fino al 18% in più acquistandola in Italia piuttosto che in Francia, circostanza che induce peraltro i giovani artisti a migrare verso gallerie straniere.

Per valutare le possibili ripercussioni sul settore, lo studio realizzato da Nomisma ha misurato gli impatti diretti, indiretti e indotti che deriverebbero dalla riduzione dell’Iva sull’importazione in Italia di opere d’arte da Paesi extra-Ue. L’indagine ha poi fotografato lo scenario allarmante che deriverebbe dalla mancata applicazione di un’aliquota ridotta anche sulle transazioni interne. Malgrado un effetto moltiplicatore pari a 2,8 (ovvero, per ogni euro di giro d’affari nel mercato dell’arte italiano si generano complessivamente 2,8 euro in termini di impatto economico complessivo) l’industria presenta molteplici elementi di fragilità che non solo ne frenano lo sviluppo, ma ne minano addirittura la sopravvivenza.

Se invece l’Italia decidesse di abbassare al 5% l’Iva sulle transazioni artistiche avvicinandola ai parametri d’Oltralpe, Nomisma stima che il fatturato complessivo generato da gallerie, antiquari e case d’asta crescerebbe fino a raggiungere circa 1,5 miliardi di euro, con un effetto positivo sull’economia italiana previsto fino a 4,2 miliardi di euro.

Da Nomisma pure un chiarimento – nella valutazione di una difficoltà che non è proprio tra le priorità di gran parte degli italiani, più alle prese con le criticità dei consumi quotidiani -: “Non si tratta solo di proteggere un settore economico, ma di difendere un presidio culturale fondamentale per l’identità del nostro Paese”.


Torna alle notizie in home