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Impagnatiello in attesa della sentenza di ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano

di Giorgio Brescia -


Oggi l’attesa per la sentenza di ergastolo a carico di Alessandro Impagnatiello: la prima sezione della Corte d’Assise di Milano, presieduta dalla giudice Antonella Bertoja, si è ritirata in Camera di consiglio per deliberare la sentenza sul barman 31enne imputato per l’omicidio pluriaggravato della compagna incinta di 7 mesi Giulia Tramontano, l’occultamento del suo cadavere e interruzione non consensuale di gravidanza.

Impagniatiello è presente in aula, dove non ha reso dichiarazioni spontanee. Nessuna replica da parte della Procura (aggiunto Letizia Mannella e pm Alessia Menegazzo), che ha chiesto per il barman l’ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno. I familiari della vittima arriveranno per la lettura del verdetto, atteso “non prima delle 12.30”, ha fatto sapere la presidente Bertoja.

Nella aula della Corte d’Assise del processo Impagnatiello i cancellieri del tribunale si sono presentati con una pianta, un “pensiero per Giulia e il suo bimbo mai nato”, è scritto sulla confezione, che verrà consegnata alla mamma della vittima, Loredana Femiano.

Giulia “è morta in Italia, anche perché siamo un paese che ha paura delle donne. Il 25 novembre grideremo giustizia per Giulia e Thiago, ma lo faremo per tutte le donne che non hanno più voce. Dove c’è giustizia, c’è futuro. Dove c’è giustizia, c’è speranza per le nuove generazioni, affinché possano vivere in un Paese in cui non si ha paura di essere donne”, scrive in una storia su Instagram, a poche ore dall’inizio dell’udienza, la mamma della vittima, Loredana Femiano, citando le parole pubblicate qualche giorno fa dall’altra figlia, Chiara.

“Giulia – scrivono sorella e mamma – sarà con noi in quell’aula, insieme a voi, a tutte le anime gentili strappate a questo mondo. Saremo lì, e spero che ci saranno tutte le donne che ancora sognano un futuro senza paura”.


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