Attualità

Impagnatiello a processo: la fotografia del male

di Angelo Vitale -


Lo attende una probabile condanna all’ergastolo dopo che l’accusa ha elencato reati e aggravanti. Il 27 maggio 2023 fece “come un giocatore di scacchi” l’ultima mossa. Dal dicembre dell’anno prima aveva avvelenato la sua donna e Thiago, quel bambino che lei portava in grembo da 7 mesi e che non nacque. Quel giorno ne denunciò la scomparsa, con 37 coltellate uccise lei e quel nascituro, ne bruciò il cadavere pensando forse di cancellare per sempre le sue colpe.

Poi ai periti che lo esaminano Impagnatiello dirà: “Cancellare Giulia era come buttare una caramella”. E, dal carcere, “Sabato scorso ero in Montenapoleone, ora sono all’ergastolo”. Per la pm Alessia Menegazzo, un progetto di morte attentamente premeditato dal 31enne contraddistinto da un “narcisismo mortale”, che voleva simulare il suicidio di Giulia accusandola di essere depressa, depistare le indagini manipolando anche i suoi parenti e coinvolgendoli nelle sue bugie, tenersi lontano da tutto ciò che era accaduto. Come proverà a fare anche in carcere, rendendo una confessione mai piena.

Un uomo senza pietà” – afferma la pm – messo di fronte alle sue colpe nel tribunale che deciderà la sua pena. Di fronte a lui, in aula, i familiari di Giulia Tramontano, tra cui la madre Loredana Femiano, il padre Franco e il fratello Mario. Il dolore al cospetto della fotografia del male.


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