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Imola, stop al Gran Premio di Formula uno Coldiretti: 300 milioni di danni ai campi

di Redazione -


di CLAUDIA MARI

 

Sono bastate 36 ore di pioggia incessante a mettere in ginocchio una Regione intera. Poche ore di precipitazioni che hanno causato oltre 300 milioni di euro di danni subiti dal settore agricolo e dalle infrastrutture – riporta Coldiretti – a cui si aggiungono i danni alle abitazioni, alle imprese, alle fabbriche e al settore turistico. Una emergenza nel breve e – probabilmente – nel lungo periodo che inciderà nell’indotto sul tutto il territorio.

SALTA IMOLA

Primo e immediato effetto (economico) collaterale è quello dello stop al Gran Premio di Formula Uno previsto nel weekend (19, 20 e 21 maggio) a Imola all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari. La decisione, già nell’aria da ore, è arrivata ufficialmente a seguito di una riunione fatta per valutare sia la situazione in cui versava l’autodromo, sia quella della zona circostante. “La decisione – annuncia l’account ufficiale di F1 sul suo profilo Twitter – è stata presa per la sicurezza dei tifosi e dei team. Non è giusto provocare ulteriori pressioni sulle autorità locali e sulle forze impegnate nell’emergenza”. Una decisione giusta, quindi, non solo per il rischio di danni a cose e persone, ma anche per rispetto delle vittime e di chi sta lottando per tornare alla normalità senza creare sovraffollamenti. A sottolinearlo anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini “Opportuno il rinvio. Alla luce dell’emergenza maltempo, dedichiamoci ai soccorsi”. Un annullamento che significa perdita di turismo e di centinaia di migliaia di euro di indotto, ma che è stato necessario. Proprio nel momento della decisione c’è stato, difatti, il tentativo di rinviare la gara in un’altra data di questa stagione, ma il calendario del circuito non lo consente. In ogni caso, la gara dovrebbe essere recuperata “al 99% nel 2026 dopo la proroga del contratto” ha dichiarato il presidente dell’Aci e vicepresidente Fia Angelo Sticchi Damiani. Anche dal ministero delle Infrastrutture, spiegano “c’è la speranza che la gara possa essere recuperata in una fase successiva”. Di certo, anche i più appassionati, capiranno.

AGRICOLTURA KO

A raccogliere però il più gran numero di danni è il settore agricolo. A lanciare l’allarme al governo e a Giorgia Meloni è Coldiretti: nel territorio dell’Emilia-Romagna sono finiti sott’acqua” migliaia di ettari di terreno coltivato a kiwi, susine, pere e mele ma anche cereali, vivai, ortaggi, allevamenti, macchinari di lavorazione ed infrastrutture”. A spiegare la situazione è il presidente Ettore Prandini: “Il territorio è stato devastato da eventi meteorologici di elevata intensità che hanno determinato esondazione di corsi d’acqua e provocato rotture arginali con evacuazioni a causa degli allagamenti, che hanno interessato terreni a destinazione agricola di pregio”. Terreni che, spiegano, non riescono a reggere la grande massa di acqua. Infatti, il “lento deflusso soffoca le radici degli alberi fino a farle marcire e il rischio di far scomparire intere piantagioni che impiegheranno anni prima di tornare produttive”. Un’emergenza che si aggiunge a quelle già vissute nelle scorse settimane, quando la grandine e le gelate fiori stagione avevano già colpito piantagioni e coltivazioni. E così Coldiretti si appella al governo e chiede di attuare interventi urgenti “per mettere in campo ogni azione utile finalizzata alla ripresa economica e produttiva delle imprese agricole che hanno subito danni dagli eventi metereologici indicati”. E il presidente Prandini sottolinea: “è in gioco la sopravvivenza stessa di centinaia di imprese e delle lavoratrici e lavoratori”. Servono aiuti nell’immediato per una popolazione in ginocchio, ma anche e soprattutto misure per evitare che quanto accaduto si ripeta in futuro. “Appare sempre più urgente intervenire in maniera strutturata sulla gestione argini, controllo fauna e pulizia alvei fluviali, anche coinvolgendo gli agricoltori e semplificando la burocrazia che spesso rallenta la cura del territorio” conclude la nota di Coldiretti.

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