Immigrazione, i Patrioti di Orban chiedono alla Ue più rigore
I Patrioti di Orban dichiarano guerra all’immigrazione selvaggia e “chiudono” le frontiere d’Europa alle tratte illegali e clandestine. Arriva la dichiarazione di Budapest, nell’ambito dei Patriot Days, che fissa i paletti di un punto cardine delle politiche del gruppo a cui, a Strasburgo, aderiscono gli eurodeputati della Lega. Il documento è stato sottoscritto e pubblicato proprio dalla capitale ungherese. Si tratta di una sorta di manifesto che svela una posizione chiara su un tema caldissimo del dibattito politico in tutta l’area Ue. “Noi del Gruppo dei Patrioti per l’Europa, mettiamo gli interessi dei cittadini europei prima di ogni cosa. Siamo pertanto determinati a proteggere le frontiere esterne dell’unione, a fermare l’immigrazione illegale e a preservare l’identità culturale europea e la sicurezza dei nostri cittadini. Questa dichiarazione persegue gli obiettivi citati nel manifesto dei Patrioti per un futuro europeo”, si legge nell’incipit. Il documento prosegue: “In vista delle elezioni europee del 2024, la maggioranza di Ursula von der Leyen ha adottato il Patto su Migrazione e Asilo prima che i cittadini europei potessero esprimere la loro volontà nelle urne. Questo Patto affronta solo le conseguenze della migrazione e introduce misure che offriranno ulteriori incentivi ai migranti per venire in Europa. Per questo motivo, l’Unione Europea deve abbandonare questo Patto e proporre un pacchetto di politiche che risponda alle aspettative dei cittadini europei”. Ecco le soluzioni proposte dai Patrioti per l’immigrazione: “Ci impegniamo a ripristinare il ruolo delle nostre frontiere esterne per proteggere i nostri Stati membri e l’area Schengen, applicando in modo rigoroso il divieto di attraversamento illegale delle frontiere esterne. Insistiamo sul concetto per cui solo chi ha diritto a meccanismi di protezione possa accedere o rimanere nel territorio dell’Unione Europea”. Ma non è tutto: “Proponiamo la creazione di un Fondo di Stabilità per l’Asilo per la ricezione dei migranti in paesi terzi, reindirizzando parte del bilancio attuale. Esigiamo che le richieste di asilo vengano presentate nel primo paese terzo sicuro come previsto dalla Convenzione di Ginevra. Chiediamo l’estensione della lista dei paesi terzi sicuri. Gli ingressi illegali dovrebbero automaticamente risultare nel rigetto della domanda di asilo”.
Rigore e decisione anche sul fronte dei rimpatri: “Pretendiamo una politica di rimpatrio rigorosa. Le decisioni di espulsione dal territorio degli Stati membri devono essere applicate. L’Ue dovrebbe utilizzare l’aiuto allo sviluppo, le politiche in materia dei visti o le leve diplomatiche ed economiche nei confronti dei paesi che non collaborano con l’Ue in materia di rimpatri”. E inoltre la richiesta di fronteggiare, con forza, anche le Ong: “Insistiamo sulla revisione ad intervalli regolari dello status dei rifugiati e sull’espulsione immediata di richiedenti asilo o rifugiati criminali o radicali dall’Ue, nonché su misure rigorose contro ONG e gruppi di pressione che facilitano l’arrivo e l’ingresso di migranti illegali in Europa, o che frodano le autorità durante il processo di asilo”. Le richieste dei Patrioti, dunque, sono chiare e conseguenziali: “Incoraggiamo gli Stati membri a sviluppare politiche familiari nazionali, invece di invocare più migrazione, per rispondere alla sfida demografica che il nostro continente sta affrontando. Sosteniamo una revisione della Direttiva sul ricongiungimento familiare per ridurre significativamente l’immigrazione attraverso i ricongiungimenti familiari”. E quindi: “Chiediamo che gli Stati membri non siano ostacolati nell’applicare regole più rigide per regolare l’immigrazione. se le nostre riforme non vengono implementate tempestivamente a livello Ue invochiamo la possibilità legale per gli Stati membri di ritirarsi dalle regolamentazioni Ue in materia di migrazione dell’Ue (opt out) e riprendere la piena sovranità sulle questioni migratorie”.
Infine l’appello dei Patrioti a Bruxelles a conclusione del documento sull’immigrazione: “Invitiamo le istituzioni dell’Ue a revocare immediatamente tutte le sanzioni che puniscono gli Stati membri che hanno adottato misure efficaci per fermare la migrazione illegale. Insistiamo sul diritto degli Stati membri di decidere autonomamente chi far entrare nel loro territorio. Sottolineiamo la nostra determinazione incrollabile a proteggere la cultura e l’identità europea, la sovranità degli Stati membri e la sicurezza e il benessere dei loro popoli”.
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