Politica

Immigrazione clandestina e rimpatri, svolta in Ue

di Giuseppe Ariola -


Regole chiare e comuni, perimetro di interpretazione ben delimitato e uniformità nella gestione di uno dei fenomeni più discussi e imponenti che l’Ue è chiamata da anni ad affrontare, quello dell’immigrazione clandestina. È questa la cornice dentro la quale si inserisce il nuovo ‘Ordine di rimpatrio europeo’, lo strumento con il quale l’Ue intende gestire e superare la confusione che regna attorno alla gestione dei migranti irregolari. I dati parlano chiaro: solo circa il 20% degli immigrati che dovrebbero essere rimpatriati torna nel proprio paese di origine, il restante 80% resta sul territorio europeo, magari trasferendosi da uno stato all’altro, in una situazione di clandestinità. Ed è proprio alla luce di questa situazione caotica che la Commissione Ue ha deciso di procedere con un regolamento comune, che armonizzi le differenti normative dei 27 paesi membri, teso a migliorare il sistema dell’accoglienza. Perché, piaccia o no, tra i principali danni arrecati da chi permane sul suolo europeo in una situazione di illegalità c’è quello di limitare questa possibilità a chi invece ne ha il diritto. Una circostanza ovvia, della quale anche i vari benpensanti e sostenitori di un’accoglienza più che diffusa assolutamente indiscriminata, che non tiene conto neanche delle più elementari esigenze relative alla sicurezza, dovrebbero prendere consapevolezza. E questo vale tanto più per i paesi di prima accoglienza, tra i quali c’è, come noto, l’Italia. Se i centri a vario titolo destinati all’accoglienza degli immigrati sono strapieni e affogati da quelli irregolari è evidente che si finisca per ledere i diritti di chi ha tutte le carte in regola per arrivare e restare in Europa. Da qui la nuova policy comunitaria per “rendere più rapida ed efficace l’operazione di rimpatrio di chi non ha diritto a rimanere in Europa”, ha spiegato il vicepresidente della Commissione europea, Raffaele Fitto. La proposta di contrasto all’immigrazione clandestina è stata accolta positivamente quasi da tutti i gruppi politici al Parlamento Ue, sebbene qualcuno, come i socialisti e Renew siano scettici verso la possibilità di disporre di appositi hub per i rimpatri realizzati all’estero in virtù di specifici accordi. Sul fronte italiano la novità è, invece, assolutamente ben vista dall’intero centrodestra che giudica l’orientamento europeo in sostanziale continuità con le politiche migratorie del governo Meloni, riuscendo per una volta a trovare sostanzialmente d’accordo tutti i partiti della coalizione su un’iniziativa Ue.


Torna alle notizie in home