Politica

Ilaria Salis e le smart city

di Francesco Da Riva Grechi -


Un tempo lontano qualcosa di buono si faceva ed era tradurre “autenticamente”, vale a dire, da parte della “pubblica autorità”, per tutti, i vocaboli stranieri, in modo da evitare ambiguità e fraintendimenti. Oggi si ritiene che nulla di buono fosse accaduto allora, a ragione o a torto non sta a me giudicarlo, e dunque ognuno traduce a modo suo. Nel caso di una locuzione come quella di smart city, c’è chi, evidentemente, ha pensato bene di tradurla in italiano con “città dei furbi (traditi dallo stato)” collocandosi in una sorta di mainstream mai esauritosi in Italia. Il messaggio politico dell’on. Salis ha infatti raccolto a sinistra, dove sono sempre più “furbi” che a destra, un notevole consenso: “Il movimento di lotta per la casa ha sempre agito con la forza della legittimità data dal semplice principio che tutte e tutti dobbiamo avere un tetto sulla testa”. E poi si corregge, a beneficio di coloro che si ponevano dubbi: “Vivere una casa occupata”, dice, non è “qualcosa da furbetti” ma è “logorante”, perché “fa vivere quotidianamente nella paura che ti vengano a svegliare e ti buttino fuori di casa, o di ritrovare tutte le tue cose sul marciapiede al ritorno dal lavoro, sempre che le ritrovi”. E conclude: “Vi piaccia o meno, c’è chi continuerà a lottare in nome di tale principio, richiamandosi alle lotte del passato ed entrando in contatto con quelle del futuro”. Qui sta il punto, dolentissimo: quale passato e quale futuro? Lotta armata, terrorismo, brigate rosse? Chiarire a quale passato si ispira Ilaria Salis è un buon presupposto per condividere democraticamente una parte di futuro, in uno spazio urbano dove le regole della convivenza ci siano e vengano rispettate. Purtroppo per , la neoeletta parlamentare europea di AVS, come le sue colleghe, e come i partiti di sinistra per le loro sedi, almeno a Roma, non pagano l’affitto da loro dovuto agli enti proprietari (una volta IACP, oggi Aler a Milano, Ater a Roma). A ci hanno risposto le Regioni interessate, Lombardia e Lazio, con la mozione Ventura, dal nome del consigliere di FdI Marcello Ventura, in riferimento al debito che Aler, contesta a Ilaria Salis, 90mila euro legati a un’occupazione abusiva che la coinvolse anni fa; e, nella Capitale, con il piano di rientro dei 740.000 euro di debito accumulato dal PD nei confronti di Ater. “Meglio tardi che mai” ha dichiarato Laura Corrotti, di FdI, Presidente della commissione Patrimonio della Regione Lazio e “avevamo ragione quando denunciammo la vicenda” le parole di Federico Rocca (FdI), consigliere capitolino. Difficile per è costruire politiche abitative, programmazione urbanistica, piani di edilizia residenziale e popolare, con chi ritiene di non dovere mai niente a nessuno e di poter vantare solo ed esclusivamente diritti verso tutti. Il tema, peraltro, è quello della convivenza nelle aree urbane che significa in pratica partire dagli strumenti urbanistici per esercitare il diritto di edificare (Smart building) e di abitare. Nessuno pu negare tale diritto ad avere un tetto, ma come ogni diritto deve essere esercitato in modo legittimo e soprattutto non-violento. Perché, pur avendo il pieno rispetto per gli elettori di Ilaria Salis, il punto di non ritorno nel suo messaggio è che consiste in un invito alla lotta violenta e violenta che può diventare armata.


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