Ambiente

il Wwf e il cibo, l’allarme per la riunione Onu a Roma: Cambiamo la filiera alimentare

di Angelo Vitale -


Un’azione unitaria, sorretta da uno sforzo comune per sistemi alimentari utili all’intero pianeta, nonostante le trasformazioni globali accelerate che lo stanno interessando da oltre un anno a causa del conflitto russo-ucraino. Una spina nel fianco dell’Europa, la guerra, che però sta contribuendo a cambiare tempi e modi delle policy, ovunque sulla Terra.

Malgrado ciò, non si fermano le iniziative e le attività del Food System Coordination Hub delle Nazioni Unite che tra due giorni vivrà in Italia, a Roma, un suo nuovo importante appuntamento dopo il precedente del 2021. Due anni, appunto, serviti a rafforzare un percorso dal quale non si intende deflettere. Per azioni che costruiscano sistemi alimentari orientati sugli Sdg verso l’accelerazione dell’Agenda 2030.

A Roma, l’Hub vorrà essere sempre più catalizzatore e connettore all’interno del sistema delle Nazioni Unite in relazione al contributo delle trasformazioni dei sistemi alimentari verso l’Agenda 2030. L’occasione, per il nostro Paese che lo ospiterà, di verificare quanto e in che modo l’azione dell’attuale governo, finora sempre orientato a trovare una strada nazionale per l’agire, possa integrarsi con quella globale. Su un tema poi, l’organizzazione del sistema alimentare, ove l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, in molti dei suoi addentellati, ha espresso l’intenzione di affermare il proprio ruolo e i suoi principi, anche di volta in volta modulandoli sulla scena europea e mondiale, in tema di sicurezza alimentare.

I numeri che hanno di fronte tutti i Paesi del mondo sono crudi e precisi. Entro il 2030, 575 milioni di persone vivranno ancora in estrema povertà. Il numero di persone in condizioni di fame e insicurezza alimentare è aumentato dal 2015, mentre un terzo di tutto il cibo prodotto è perso o sprecato. Tra 702 e 828 milioni di persone sono state colpite dalla fame nel 2021. E 670 milioni di persone soffriranno ancora la fame nel 2030. Ciò rappresenta l’8% della popolazione mondiale, lo stesso del 2015. E ancora, circa 2,3 miliardi di persone nel mondo (29,3%) soffrivano di insicurezza alimentare moderata o grave nel 2021, 350 milioni in più rispetto a prima dello scoppio della pandemia di Covid-19. Mentre quasi 924 milioni di persone (l’11,7 per cento della popolazione mondiale) hanno dovuto affrontare livelli gravi di insicurezza alimentare, con un aumento di 207 milioni in due anni. I divari di genere nell’insicurezza alimentare sono
cresciuti dall’1,7% nel 2019 a oltre il 4% nel 2021, con il 31,9% delle donne in condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave rispetto al 27,6% degli uomini.

Sull’appuntamento di Roma, il Wwf Italia legge “un silenzio quasi generale”. E poi richiama la necessità di “essere consapevoli che l`attuale sistema alimentare è la prima causa della perdita di biodiversità, anche in Italia”. Elencando un’agenda indispensabile “per evitare l`escalation di impatti su ambiente e società”. Per esempio, contro abitudini alimentari scorrette che fanno aumentare sovrappeso e obesità (4 adulti su 10 e 1 bambino su 5 lo sono in Italia). O contro la perdita di suolo, 57 km2, 2 mq al secondo, come se ogni anno cementificassimo una superficie grande come Bologna. O l’uso intensivo dell’80% delle terre agricole. O una domanda di pesce salita così in alto tanto che già oggi i 2/3 che consumiamo provengono dai Paesi in via di sviluppo. O per lo spreco di cibo, 4 milioni di tonnellate ogni anno prima di arrivare alla vendita, per oltre 9 miliardi.


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