Editoriale

Il tormentone dell’astensionismo

di Adolfo Spezzaferro -


Immancabile tormentone da campagna elettorale è quello del rischio astensionismo record e di chi sarà più penalizzato dalla scarsa affluenza. Un classico che ritorna uguale a ogni tornata elettorale, con l’aggravante che storicamente il voto per le Europee non è tra i più partecipati. A questo gran parlare che vede in prima linea i sondaggisti schierati si deve aggiungere l’analisi – che suona come un mettere le mani avanti – su che vittoria sarebbe con una scarsa affluenza. È un modo per spostare l’attenzione su chi ha perso, sostenendo che chi ha vinto lo ha fatto con una bassa percentuale. Ci hanno già provato con le ultime Politiche, quelli che hanno perso, sostenendo che l’attuale maggioranza in Parlamento rappresenta una porzione troppo ridotta dell’elettorato. Ma in democrazia per vincere basta un voto in più di chi ha deciso di recarsi alle urne. Non ha senso addossare la colpa di una sconfitta all’astensionismo: i politici devono provare a convincere gli elettori a votare per loro. Vista la malaparata, ora i sondaggisti schierati con le opposizioni si sperticano in letture pretestuose per sostenere che l’astensionismo penalizzerà chi è al governo. E certo, come potrebbe essere altrimenti? Ma in un trend pluridecennale in cui le elezioni per l’Europarlamento hanno visto un astensionismo crescente, ci sono due grandi eccezioni: il Pd di Renzi nel 2014 e la Lega di Salvini nel 2019, che incassarono risultati storici. A chi sostiene che però in questa campagna elettorale manca la proposta vincente, la promessa convincente, rispondiamo che forse Giorgia Meloni ha puntato tutto su se stessa. E cosa dice la leader dei Conservatori europei e di FdI? Dice che con lei l’Italia cambierà l’Europa. Sarà uno slogan vincente? Certo è che questa Ue, tutta follie green (costosissime) e misure da economia di guerra (l’effetto boomerang delle sanzioni) agli italiani non piace. Ma agli italiani oggi piace la premier Giorgia. Magari andranno a votare per lei, per cambiare l’Ue.


Torna alle notizie in home