“Il taglio delle accise non s’ha da fare”, le ragioni di Urso
ADOLFO URSO MINISTRO
Il taglio non s’ha da fare: le accise non si toccano senza alzare le tasse, parola di Adolfo Urso. Il ministro al Made in Italy, intervistato ad Agorà Estate, spiega perché il governo non ha intenzione di cancellare le accise per abbassare il prezzo dei carburanti: “Il taglio sulle accise costa 1 miliardo al mese. Se riproponessimo la misura fatta dal governo Draghi, dovremmo trovare in altro modo, con altre tasse, 12 miliardi di euro l’anno, ovvero più di quello che costava il Reddito di cittadinanza”.
Ma non basta: “L’inflazione nel nostro Paese si è dimezzata e si riduce più velocemente tra i paesi Ocse. Il prezzo depurato dalle tasse il prezzo industriale di benzina e gasolio è il più basso del resto d’Europa”. Urso ha poi affermato: “I prezzi dei carburanti hanno cominciato a salire da quando l`Opec+, il cartello dei paesi arabi alleati con la Russia ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile. Un aumento che si scarica sul consumatore”.
Insomma è colpa dei produttori che aumentano i costi: “In Italia abbiamo il costo industriale di benzina e diesel più basso d`Europa, molto più di Germania, Francia e Spagna”. E Urso piuttosto del taglio delle accise chiede all’Ue di agire: “Dovrebbe giocare anche nel caso dei carburanti un ruolo da protagonista. Come è avvenuto per il gas, quando il presidente Draghi ha proposto un price cap oltre il quale i paesi Ue non avrebbero più acquistato la materia prima”.
Ma c’è di più. I soldi che arriveranno allo Stato dall’extragettito Iva sui carburanti potranno servire a tagliare, una volta di più, il cuneo fiscale. Urso spiega: “Il Ministro dell’economia sta preparando la manovra di fine anno che sarà destinata al taglio strutturale del cuneo fiacale per rilanciare l’impresa e il lavoro italiano e consentire a chi ha redditi più bassi di avere un salario dignitoso frutto del proprio lavoro”. Quindi ha concluso: “Gli investimenti in Italia sono cresicuti negli ultimi mesi per la prima volta più di quanto avvenuto nei altri paesi europei siamo sulla strada giusta perché oggi finalmente i grandi fondi di investimento dicono che l’Italia è un Paese ideale su cui investire”.
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