Politica

Il sogno di un Mezzogiorno come locomotiva d’Italia

di Giuseppe Ariola -


Un Mezzogiorno che cresce e che si sviluppa innanzitutto nella sua capacità produttiva per diventare un nuovo volano dell’intera economia nazionale. Un Sud Italia che superi definitivamente l’assistenzialismo per inseguire il futuro a vele spiegate. Un Meridione capace di ridurre l’atavico divario con il Nord del Paese. Insomma, basta a un’Italia a “due velocità”. Se ne è parlato ieri in occasione di uno dei panel di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia in corso a Roma, dal titolo “Il Sud, nuova locomotiva d’Italia”. Coordinato dalla deputata e responsabile del dipartimento politiche per il Mezzogiorno del partito, Carolina Varchi, la tavola rotonda ha visto intervenire e confrontarsi svariati tra parlamentari, italiani ed europei, amministratori locali ed esponenti del governo, come i sottosegretari Wanda Ferro e Marcello Gemmato, tutti accomunati da una caratteristica: provenire da regioni meridionali.
L’interessante confronto ha offerto moltissimi spunti di riflessione, non solamente sul ruolo e sull’importanza del Mezzogiorno per l’Italia, ma anche nel contesto sovranazionale. “Nel primo biennio del governo Meloni sono state organizzate e realizzate delle iniziative importanti per invertire il paradigma del Sud Italia. Da misure prettamente assistenzialistiche si è passati a misure in grado di garantire sviluppo. Penso alla decontribuzione, alla Zes unica, alla riforma della coesione e a tante altre misure, come il piano per le aree interne per contrastare lo spopolamento” ha detto Carolina Varchi conversando con L’identità. “Ma più di ogni altra cosa – ha aggiunto la deputata di Fratelli d’Italia – il governo ha potenziato la presenza dello Stato con iniziative come quella di Caivano, per garantire la sicurezza e la legalità che sono l’humus sul quale si sviluppa un tessuto produttivo sano e capace di generare posti di lavoro e ricchezza autentica e non dopata dalle mancette di Stato. Insomma, questo governo ha deciso di investire sul Sud”. Per quanto riguarda invece la ritrovata ‘vocazione’ internazionale di questa parte del Paese cosa è stato fatto? “Tantissimo. Il baricentro della geopolitica si è spostato verso Sud. Il Piano Mattei mette in campo una visione lungimirante da parte del governo, assembla una grande quantità di interventi e fa del Mezzogiorno una nuova piattaforma del Mediterraneo”. Un progetto che ha contribuito anche ad accrescere l’attenzione nei confronti dell’Italia. Non solo, perché nel corso del dibattito è stato rivendicato anche come è proprio grazie al lavoro del governo guidato da Giorgia Meloni se in seno alla Commissione europea sia stato previsto uno specifico portafoglio per il Mediterraneo. Una delega, si fa notare, che produrrà importanti benefici per il nostro Paese che rappresenta il “cuore del Mediterraneo”.
Per quanto riguarda invece uno dei fronti da sempre più discussi del gap tra il Nord e il Sud Italia, ovvero quello sanitario, a fare il punto sui passi avanti che si sono fatti recentemente è stato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. “L’impegno del governo a favore del Meridione” è intenso, ma proprio a voler trovare una “pecca” c’è quella della comunicazione: “facciamo tanto ma comunichiamo poco”, ha esordito il sottosegretario pugliese prima di snocciolare alcuni numeri. “Stiamo finanziando il fondo sanitario nazionale pubblico come non è mai stato fatto nella storia. Per la prima volta 220 milioni di euro sono stati presi dal Nord e spostati al Sud. Si tratta una misura di equità”. Per fare alcuni esempi, “alla Campania sono stati dati 87 milioni in più, mentre 48 sono andati alla sanità della Puglia”. Una delle priorità del ministero della Salute, ha detto ancora, è “la perequazione della differenza in termini di erogazione delle prestazioni sanitarie tra il Nord e il Sud. È inaccettabile che un meridionale debba andare a curarsi al Nord, è una questione di inciviltà. Poi una stoccata agli avversari politici: “Questo non avviene da 24 mesi” come qualcuno vorrebbe far credere, “abbiamo ereditato una situazione difficile e ci stiamo facendo carico delle difficoltà”.


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