Attualità

Il saluto di Elon Musk e la polemica della sinistra italiana: una riflessione sulla politica del “contro”

di Gianluca Pascutti -


Negli ultimi giorni, la politica italiana – in particolare quella di sinistra – si è nuovamente distinta per una polemica tanto accesa quanto, a ben vedere, pretestuosa. Al centro del dibattito, il gesto attribuito a Elon Musk durante l’insediamento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti: un presunto “saluto romano” che, in alcuni ambienti, è stato interpretato come un’offesa alla memoria storica e ai valori democratici.

Questa controversia, ripresa da alcuni esponenti di spicco della sinistra italiana, sembra però più un’occasione per lanciare l’ennesimo attacco strumentale al governo Meloni piuttosto che una reale riflessione su questioni di rilevanza politica.

Da Elly Schlein ad altri membri della coalizione progressista, si è assistito a un susseguirsi di dichiarazioni indignate che puntavano il dito non solo contro Musk, ma anche contro un presunto ritorno di simbologie legate al fascismo, insinuando un legame ideologico con l’attuale esecutivo. Tuttavia, è difficile non rilevare l’inconsistenza di questa accusa. Non vi è alcuna evidenza che il gesto in questione avesse una connotazione politica o nostalgica; anzi, come spesso accade, la narrativa è stata costruita su interpretazioni soggettive e amplificata dai media.

Quello che emerge da queste polemiche è il perpetuarsi di una strategia politica che sembra fare del richiamo al fascismo e alla “lotta al nemico” l’unico punto fermo di un’agenda altrimenti confusa. Questo atteggiamento, però, rischia di produrre effetti controproducenti. La continua insistenza su temi ormai logori agli occhi di molti elettori, più che indebolire il governo Meloni, sembra consolidarne la posizione. La percezione è che la sinistra si aggrappi a questioni marginali per evitare di affrontare i veri problemi del Paese: inflazione, lavoro, crisi energetica e sicurezza, solo per citarne alcuni.

L’opinione pubblica è sempre più stanca di un dibattito politico polarizzato e privo di proposte concrete. Le persone vogliono risposte pratiche ai loro bisogni quotidiani, non un perpetuo richiamo a spettri del passato che, purtroppo, vengono evocati con una leggerezza tale da svilirne il significato storico.

Se la sinistra volesse recuperare credibilità e consenso, dovrebbe cambiare registro. La leadership di Elly Schlein ha ancora la possibilità di proporre una visione alternativa per il Paese, ma ciò richiede un impegno serio e concreto nel rispondere alle preoccupazioni dei cittadini. Continuare a cavalcare polemiche sterili, come quella legata a Musk, non farà altro che allontanare ulteriormente gli elettori da un progetto politico che appare sempre più scollegato dalla realtà.

La politica del “contro” non è sufficiente per costruire un’opposizione credibile. Serve una politica del “per”: per il lavoro, per il futuro dei giovani, per l’innovazione e per il rilancio dell’Italia. Solo così la sinistra potrà tornare ad essere una forza trainante e non semplicemente una voce polemica sullo sfondo.


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