Il sacrario del Martinetto e Torino che attende la salvezza dalle mummie
Il Martinetto è un luogo reso sacro dal sangue versato dai patrioti del comitato militare del Gen. Perotti e del Capitano Balbis. Fa bene il Comune a rendere quel luogo più agibile e sicuro. La cerimonia ad 80 Anni dalla fucilazione nell’aprile scorso fu un po’ penosa. In effetti andrebbero rivisti tutti i monumenti cittadini oggi in mano ad un assessore titolare di molte deleghe a cui non sa adempiere con la necessaria competenza: sempre inerzia, ritardi e polemiche se c’è lui di mezzo. Più luce, dice una consigliera dell’estrema sinistra, ai monumenti della Resistenza, quasi ci fosse una scala di priorità politica e storica anche nei monumenti.
C’è chi a destra propone di illuminare il monumento a Vittorio Emanuele II e al Conte verde, trovando ostilità e disinteresse. Illuminare tutti i monumenti renderebbe Torino meno provinciale e più vicina a Parigi che nessuno accosta più a Torino. Anche Parigi è decaduta, ma parlare oggi di Torino come di piccola Parigi appare ridicolo. E’ una città sporca, disordinata, con strade con scarsa o nulla manutenzione dove i lampioni anche del centro non vengono mai puliti e dove molti negozi importanti del centro hanno abbassato le serrande. Per lo shopping natalizio sono dovuto andare a Milano e da Peck ho comprato i cibi del pranzo di Natale. Torino è diventata una città di provincia piena di accattoni e immigrati nullafacenti di cui in verità è ricca anche Milano. Cuneo è molto meglio! Lo dicono in molti: la qualità della vita non è confrontabile. Mancano le mummie egizie da cui Torino attende la salvezza, ma esse non sono vitali neppure per il turismo torinese come molti pensano.
Pier Franco Quaglieni (ilTorinese.it)
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