Il ruolo della Gran Bretagna tra la Sicilia e i Savoia
Il rapporto tra la Sicilia e la dinastia sabauda fu breve ma significativo, inizia nel 1713 e finisce 1720 nell’ambito dei grandi giochi di potere europei. La Sicilia passò ai Savoia con il Trattato di Utrecht, ma dopo soli sette anni, a seguito di pressioni internazionali e interventi militari, tornò sotto il dominio asburgico. Un ruolo chiave in questi eventi lo ebbe la Gran Bretagna, che con la sua influenza diplomatica e militare determinò sia l’assegnazione iniziale dell’isola ai Savoia sia il successivo passaggio agli Asburgo. La storia non finì lì. Nel 1860, con lo sbarco di Garibaldi, la Sicilia tornò nell’orbita sabauda, diventando parte del nascente Regno d’Italia. Anche in questo frangente la Gran Bretagna ebbe un ruolo strategico, favorendo indirettamente l’annessione dell’isola attraverso il suo sostegno alla spedizione garibaldina. Alla morte di Carlo II di Spagna nel 1700, si aprì una lotta per la successione tra la Francia di Luigi XIV, che sosteneva il nipote Filippo d’Angiò (futuro Filippo V di Spagna) e l’Austria, che rivendicava il trono per l’arciduca Carlo d’Asburgo. La contesa si trasformò in un conflitto europeo: la Guerra di Successione Spagnola (1701-1714). La Gran Bretagna giocò un ruolo determinante, schierandosi con Austria e Paesi Bassi contro la Francia. L’obiettivo britannico non era tanto favorire l’Austria, quanto impedire l’egemonia francese nel Mediterraneo poiché il controllo di Napoli e Sicilia da parte di Parigi avrebbe rappresentato una minaccia diretta alle rotte commerciali inglesi. Alla fine del conflitto, con il Trattato di Utrecht (1713), la Gran Bretagna impose un nuovo equilibrio di potere: Filippo V rimase re di Spagna, ma rinunciò a tutti i possedimenti italiani. L’Austria ottenne Milano, Napoli e la Sardegna. I Savoia ricevettero la Sicilia. La Gran Bretagna ottenne Gibilterra e Minorca, rafforzando il suo controllo strategico sul Mediterraneo. La scelta di assegnare la Sicilia ai Savoia fu un compromesso favorito da Londra, che vedeva nella dinastia piemontese un alleato meno pericoloso rispetto agli Asburgo o ai Borbone. Vittorio Amedeo II di Savoia prese possesso dell’isola nel 1713 con l’ambizione di rafforzare il suo regno. Tuttavia, incontrò forti resistenze da parte della nobiltà siciliana e del clero e il malcontento crebbe rapidamente. Nel frattempo, la situazione internazionale rimane instabile: la Spagna non aveva mai accettato la perdita della Sicilia e cercava di riconquistarla. Nel 1718, Filippo V di Spagna inviò truppe in Sicilia, scatenando la Guerra della Quadruplice Alleanza. La Gran Bretagna intervenne e nel luglio 1718 la Royal Navy sconfisse la flotta spagnola a Capo Passero. Nel 1720, con il Trattato dell’Aia, si decise un nuovo scambio territoriale: la Sicilia passò agli Asburgo d’Austria che già controllavano Napoli. I Savoia ottennero la Sardegna, mantenendo comunque il titolo di re. Londra sostenne questo accordo perché desiderava rafforzare l’Austria, considerandola un alleato più affidabile contro Francia e Spagna. Dopo oltre un secolo, la Sicilia tornò nell’orbita sabauda grazie a Giuseppe Garibaldi, che con il sostegno del Regno di Sardegna lanciò la spedizione dei Mille nel 1860. Anche in questo caso, la Gran Bretagna ebbe un ruolo decisivo, seppur meno ufficiale. La Royal Navy favorì indirettamente lo sbarco garibaldino, chiudendo un occhio sui movimenti della flotta piemontese e impedendo un intervento francese o borbonico che avrebbe potuto fermare l’impresa. Londra non appoggiò esplicitamente Garibaldi, ma vedeva con favore l’unificazione italiana sotto i Savoia perché indeboliva l’influenza francese e austriaca in Italia; favoriva la creazione di un alleato commerciale e politico nel Mediterraneo; evitava una rivoluzione repubblicana radicale, mantenendo un sistema monarchico moderato. Garibaldi sbarcò a Marsala l’11 maggio 1860 e, con il sostegno dei siciliani, sconfisse le truppe borboniche. Dopo il plebiscito dell’ottobre 1860, la Sicilia si unì ufficialmente al Regno di Sardegna, che nel 1861 divenne il Regno d’Italia sotto Vittorio Emanuele II. Sia nel XVIII che nel XIX, la Gran Bretagna giocò un ruolo chiave nel determinare il destino dell’isola, dimostrando quanto la Sicilia fosse un elemento strategico nella geopolitica del Mediterraneo.
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