Attualità

“Il ragazzo dai pantaloni rosa”, Claudia Pandolfi si mostra in lacrime sui social

di Roberta Rizzo -


In lacrime e senza trucco, Claudia Pandolfi ha voluto mostrarsi in un video su Instagram per ringraziare chi le ha scritto dopo aver visto Il ragazzo dai pantaloni rosa, film in cui interpreta Teresa, la madre di Andrea Spezzacatena, giovane di 15 anni che si tolse la vita il 20 novembre 2012, vittima di bullismo da parte dei compagni di scuola. Con emozione evidente, Pandolfi ha espresso la sua gratitudine per i tanti messaggi ricevuti da chi ha trovato nel film una rappresentazione toccante della sofferenza legata al bullismo.

Nel video, Claudia Pandolfi ha detto: “Non ho mai parlato direttamente in questa maniera a chi mi segue sui social, ma sto leggendo così tanti messaggi da parte vostra, voi che siete andati a vedere Il ragazzo dai pantaloni rosa. Mi dispiace che accadano cose così sgradevoli, che abbiate dovuto affrontare tanto dolore nella vita. Piango perché, sì, mi dispiace. Grazie per quello che scrivete”. Nella didascalia ha aggiunto: “Non cito nessuno, ma ringrazio chiunque abbia dentro ancora un po’ d’amore”.

La storia vera

Il film, diretto da Margherita Ferri, è ispirato alla vera storia di Andrea Spezzacatena, il quindicenne che subì pesanti episodi di bullismo e cyberbullismo, causati da un paio di pantaloni rosa. Andrea indossava dei pantaloni originariamente rossi, poi scoloriti in rosa a causa di un errore di lavaggio. Questo semplice dettaglio divenne il pretesto per crudeli prese in giro e atti di bullismo sia a scuola che online. I compagni arrivarono persino a creare una pagina su Facebook in cui lo schernivano come “il ragazzo dai pantaloni rosa”. Solo dopo la sua morte, la madre scoprì la sofferenza vissuta dal figlio.

La pellicola rappresenta un potente strumento di sensibilizzazione, evidenziando come piccoli gesti e parole, spesso considerati “ragazzate”, possano lasciare segni indelebili. Il film invita a riflettere sulle conseguenze del bullismo e sull’importanza dell’empatia, ricordando quanto dolore possano generare atti di crudeltà apparentemente banali.


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