Attualità

IL QUADRATO MAGICO – L’intelligenza artificiale lasci in pace le voci più amate

di Dino Giarrusso -


Claudio Capone è stata una delle voci più calde e importanti della nostra TV. Era, per capirci, la voce di Quark, il programma cult di Piero Angela, col quale ha collaborato per vent’anni diventando nell’immaginario collettivo di noi italiani “la voce dei documentari”. Ma era anche la voce di Ridge in Beautiful, e di Luke Skywalker in Guerre stellari. Quel suo timbro caldo e seducente ci ha accompagnato per tanto di quel tempo, che la sua scomparsa prematura ha lasciato un vuoto importante nella televisione italiana e negli spettatori over 30. Per questo molti di noi hanno avuto un tuffo al cuore quando, durante una puntata di Splendida cornice, il bel programma condotto da Geppi Cucciari, si è sentita la voce di Capone accompagnare un pezzo satirico con Francesco Piccolo e Flavia Vento. Il timbro era il suo, inconfondibile appunto, ma allo stesso tempo aveva qualcosa di strano, di artefatto. Ed infatti quel sonoro era stato ottenuto con l’intelligenza artificiale, che è stata “allenata” ad imitare la voce del grande doppiatore, e poi istruita a recitare quel testo. Se questo ha inquietato noi, semplici spettatori ed affezionati alla morbida interpretazione di Capone, ha giustamente lasciato sbigottiti gli eredi, che di questo furto d’identità postumo non erano stati nemmeno avvertiti, né tantomeno avevano autorizzato l’utilizzo del timbro vocale di loro padre. Sulle pagine social de L’identità, abbiamo intervistato Davide Capone, figlio di Claudio e a sua volta ottimo attore e direttore del doppiaggio, e vi invitiamo ad ascoltare il suo intervento, perché quel che dice non solo è importante ma fa molto riflettere. Il lavoro del doppiaggio infatti è un’arte nella quale l’Italia è all’avanguardia in tutto il mondo. Il caso della voce di Claudio Capone ricreata dalla AI non a caso è stato trattato anche da importanti testate estere, specie inglesi. Il punto non è però (soltanto) questo episodio, ma ciò che potrebbe accadere: l’enorme lavoro di preparazione, adattamento, e “allenamento” che i grandi doppiatori eseguono dall’avvento del sonoro – e che è straordinario davvero quando ad esempio sono i bambini a dover doppiare, coi maestri che devono formarli ed accompagnarli per mano in questa nobile arte – può essere non solo depauperato dall’uso dell’intelligenza artificiale, ma proprio colpito a morte. Non si tratta nemmeno del rischio – già gravissimo – di perdere posti di lavoro, ma di quello più azzardoso di perdere una storica branca del miglior artigianato italiano. Alla TV, a questo quadrato magico cui siamo tanto affezionati, chiediamo invece di preservarla. Perché anche il miglior risultato ottenuto con l’AI non potrà mai avere quel calore, quella cura, quell’attenzione emozionale intensissima che i nostri doppiatori hanno saputo regalare a film, serie e documentari. Non sarebbe esistito il successo di Thomas Milian senza Ferruccio Amendola, né quello di Bud Spencer senza Glauco Onorato, né quello di Quark senza Claudio Capone. Lasciateci i nostri miti, non li cambieremmo mai con un computer!


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