Il professor Prodi sgrida il governo su salario minimo e Gentiloni
ROMANO PRODI POLITICO
Romano Prodi rampogna il governo sul salario minimo e difende il commissario Ue Paolo Gentiloni dalle staffilate giuntegli dal centrodestra. Secondo Prodi “senza il salario minimo, l’Italia dovrà vergognarsi di se stessa”. L’ex premier, già presidente della Commissione Ue, lo ha detto in un’intervista rilasciata a La Stampa. In cui ha spiegato: “Sul salario minimo ho letto tutti, giuristi, sindacati e faccio un ragionamento molto semplice: se noi non garantiamo sei euro netti all’ora a chi lavora, perché questo sono i 9 euro lordi, siamo un Paese che deve vergognarsi di se stesso”.
Romano Prodi ha poi affermato: “Siamo al di sotto del minimo vitale per una persona che deve vivere. Non tiriamo fuori finezze giuridiche o interessi particolari. Limitiamoci a constatare che con meno di così si muore”.
Il secondo tema dell’intervista riguarda la questione Gentiloni. Strattonato prima da Salvini, che gli ha chiesto più “vicinanza” all’Italia, e poi anche da Giorgia Meloni. Romano Prodi ha ribadito che nel suo ruolo, Gentiloni, “dev’essere un serio arbitro e come tale si sta comportando e se non fosse così avrebbe tutti contro e non sarebbe certo questo l’interesse dell’Italia”. Sullo sfondo, però, c’è la questione legata al patto di stabilità: “Stiamo andando verso un livello di deficit che altro che patto di stabilità – ha affermato Prodi -. Dobbiamo fare un salto come quello di Gianmarco Tamberi ai mondiali per farcela. Ci stiamo allontanando dalla logica dei parametri che servono a lavorare insieme. Stiamo esagerando e non è che si possa dare la colpa al nostro commissario”.
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