Il presidente della commissione Giustizia Maschio: “Non tutta la magistratura vuole uno scontro tra i poteri dello Stato, neanche quella rossa”
CIRO MASCHIO POLITICO
di EDOARDO SIRIGNANO
“Siamo in uno Stato di diritto. Il potere legislativo dovrebbe fare le leggi e quello giudiziario applicarle. Detto ciò, non sono così convinto che tutta la magistratura voglia uno scontro tra poteri dello Stato. Anche all’interno delle componenti di sinistra c’è una discussione in corso”. A dirlo il presidente della commissione Giustizia della Camera Ciro Maschio.
Il centrodestra continua a ricevere critiche rispetto a una riforma, di cui invece una parte di Paese sentiva il bisogno. Perché?
Mi sembrano critiche fuori luogo. Il programma elettorale del centrodestra, in materia di giustizia, è chiaro: da un lato si chiedono misure garantiste nella fase del procedimento, dall’altro un impegno sulla certezza della pena nella fase dell’esecuzione. Con ulteriori correttivi rispetto alle misure delle riforme Cartabia, stiamo lavorando in questa direzione. Rispetteremo l’impegno preso con i cittadini.
C’è stato, però, un confronto abbastanza acceso anche all’interno della stessa maggioranza…
Su alcuni temi ci sono state sfumature diverse, che non vuol dire divergenze radicali, ma angolature. Penso all’abuso d’ufficio. C’era chi era per una modifica molto incisiva e chi invece per l’abrogazione totale. Alla fine, si è optato per la seconda strada.
Si aspettava, invece, una bocciatura così netta da parte del presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati?
Siamo in uno Stato di diritto. Il potere legislativo dovrebbe fare le leggi e quello giudiziario applicarle. So che negli ultimi decenni, c’è stato uno sbilanciamento e in taluni casi, un arretramento della politica rispetto alle proprie prerogative. Il dialogo con la magistratura, oltre che con l’avvocatura e con tutte le realtà che rappresentano la giustizia, comunque, è al centro del nostro modus operandi. Diverso, però, è esercitare forme di pressione molto aggressive da parte della magistratura o di alcuni poteri dello Stato. Sarebbe sicuramente fuori luogo e uno sconfinamento sia rispetto alla Costituzione che a un normale confronto.
Qualcuno, intanto, parla di ritorno delle toghe rosse che dopo la dipartita di Berlusconi vedono Meloni come nuovo bersaglio. È davvero così?
Non sono così convinto che tutta la magistratura voglia uno scontro tra poteri dello Stato. Anche all’interno delle componenti di sinistra c’è una discussione in corso. Il rispetto dei ruoli è fondamentale nel rispetto della Costituzione. Immaginare che la Meloni possa essere il bersaglio che sostituisca il precedente mi sembra una visione non corretta dei rapporti che ci devono essere tra i vari poteri. Continueremo ad ascoltare tutti, senza escludere nessuno. Mi impegnerò affinché questo confronto sia civile e all’insegna del dialogo, senza mai sconfinare nello scontro ideologico.
Diversi i supporters del Cav che sostengono come il disegno del loro beniamino non corrisponda a quello di Nordio. È d’accordo?
Stiamo parlando di un programma di tutto il centrodestra. Anche sull’ondata emotiva di un evento storico, come la morte di Berlusconi, non lo personalizzerei. Come ha ben detto Nordio, però, ci piacerebbe pensare che Silvio apprezzi un importante primo passo.
Questo programma è migliorabile?
Sicuramente! Il ddl Nordio è il primo di una serie di disegni di legge. Ce ne saranno molti altri. Laddove ci saranno le condizioni, pure il lavoro parlamentare, nel tradizionale confronto col governo, potrà integrare, migliorare e rifinire ulteriormente quanto proposto da Palazzo Chigi.
Su quali aspetti bisogna ancora lavorare?
Tanti sono i temi aperti. Il percorso individuato dal ministro è un cronoprogramma che prevede una serie di disegni di legge o in alcuni casi decreti. Questo su abuso d’ufficio, traffico d’influenze, intercettazioni e modifica delle misure cautelari è solo il primo. Ce ne saranno tanti altri.
Quali?
Penso, ad esempio, alla prescrizione o ai correttivi delle riforme Cartabia, sia sul penale che sul civile. Non voglio anticipare tutti i temi sul tavolo, ma sicuramente c’è un quadro complessivo di cui questo ddl è un tassello. Nell’agenda parlamentare, c’è una proposta sull’occupazione abusiva degli immobili. Con quattro anni e mezzo di legislatura davanti, certamente potremo fare tanto per quanto concerne il tema giustizia.
Torna alle notizie in home