Il Pontefice operato all’intestino “Sarà un ricovero molto lungo”
di FRANCESCA CHAOUQUI
L’operazione di Papa Francesco ha riaperto l’antica querelle circa le condizioni di salute del Pontefice e l’opportunità che quest’ultimo si dimetta. Ma Francesco ancora non pensa a questa eventualità. Bergoglio ha subito ieri pomeriggio un intervento chirurgico di laparotomia e plastica della parete addominale con protesi, resosi necessario a causa di un’occlusione intestinale. Il ricovero presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma è avvenuto stesso nella mattinata di ieri, al termine dell’udienza generale.
La degenza, salvo complicazioni, dovrebbe protrarsi per sette giorni, utili al Pontefice per recuperare la corretta forma fisica dopo l’intervento. In via precauzionale, però, sono state sospese tutte le udienze straordinarie e ordinarie fino al 18 giugno.
Ad effettuare l’intervento, durato circa due ore, è stato Sergio Alfieri, lo stesso chirurgo che il 4 luglio 2021 aveva operato Bergoglio per una stenosi diverticolare sintomatica del colon. Con oltre 9000 interventi all’attivo, si è formato al Gemelli e proviene dalla scuola dei chirurghi vicini ai pontefici.
L’operazione a cui è stato sottoposto il Papa potrebbe essere una conseguenza dell’intervento chirurgico di due anni fa. Il laparocele è determinato infatti da una cicatrizzazione imperfetta che, nel tempo, porta i tessuti a cedere e ad allargarsi. La laparotomia consiste nella ricostruzione della parete addominale e normalmente non comporta rischi per il paziente.
Tuttavia, in più di un’occasione, il Papa ha candidamente ammesso di temere le anestesie. Recentemente, parlando alle famiglie nel corso dell’incontro sui temi della natalità, Francesco ha fatto riferimento al suo rapporto con la malattia, rivelando anche di non sopportare il dolore. L’intervento di ieri pomeriggio appare, in tale contesto, necessario e inevitabile per Bergoglio che lo scorso 29 marzo era stato ricoverato per una bronchite su base infettiva con relativi problemi respiratori.
Come ogni volta in cui il Papa è stato ricoverato, si sono immediatamente scatenati l’“allarme salute” per il vescovo di Roma e chiacchiere più o meno interessate circa la prospettiva di un imminente conclave. Più volte si è vociferato circa le possibili dimissioni del Pontefice per ragioni di salute o di età, visto anche il precedente di Joseph Ratzinger. Tuttavia, è stato lo stesso Bergoglio a smentire in più di un’occasione la prospettiva di abbandonare anzi tempo il ministero petrino, ipotesi contemplata soltanto nel caso in cui dovessero sopraggiungere reali impedimenti che ne ostacolerebbero la missione pastorale.
A chi nel 2021 gli tirava i piedi, Francesco aveva risposto con la sua solita schiettezza: “Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene”. Una frase che di diplomatico aveva davvero poco ma che era riuscita, almeno per un periodo, a zittire le voci circa eventuali dimissioni di Bergoglio. Voci che hanno ripreso a rincorrersi nelle ultime ore, dopo l’annuncio dell’intervento del Papa, che sta bene e non ha intenzione di lasciare le redini della Chiesa, almeno per il momento.
A confermalo è stato anche il cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, che ai giornalisti che gli chiedevano cosa sarebbe accaduto in Vaticano durante la degenza del Papa e se la sede sarebbe rimasta vacante, ha risposto: “Immagino che l’intervento durerà per qualche ora, poi il Papa riprenderà il suo esercizio anche da un letto di ospedale per cui se ci sono cose che dovranno essere decise, urgenti, si porteranno al Papa al Gemelli”. Nessun dubbio, quindi, che il Pontefice sarà di nuovo operativo già da oggi, anche dal nosocomio. “Seguiamo il Papa con il nostro affetto e la nostra preghiera sperando che tutto possa risolversi al più presto, che torni all’esercizio del proprio ministero”, ha aggiunto Parolin.
Tra le questioni lasciate in sospeso da Francesco c’è senza dubbio la missione di pace del cardinale Matteo Zuppi in Ucraina. Il presidente della Cei ha fatto rientro a Roma la sera del 6 giugno. In seguito, avrebbe dovuto riferire al Pontefice l’esito degli incontri tenuti a Kiev per poter pianificare le prossime mosse. Se il cardinale e il Papa si siano incontrati prima del ricovero non è dato saperlo ma Parolin ha confermato che l’intervento non cambia i programmi di Zuppi, che a breve dovrebbe recarsi a Mosca per la seconda tappa della sua missione.
Prima e durante l’operazione, sono giunti i primi messaggi di vicinanza al Papa dal mondo cattolico e politico italiano. La presidenza della CEI, tra le primi, ha espresso “la vicinanza e l’affetto dei vescovi e delle Chiese in Italia” a Francesco “in questo ulteriore momento di prova”. Anche l’Azione Cattolica Italiana ha voluto assicurare “la preghiera” e “l’affetto premuroso dei figli” al Pontefice.
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