Il politologo Luttwak: “I giudici fanno un favore a Donald. Trumpiani d’Italia? Macché, sono invenzioni”
EDWARD LUTTWAK
di EDOARDO SIRIGNANO
“Ancora una volta fallisce chi utilizza la giustizia per indebolire il nemico di turno. Trump, grazie alle accuse infondate di qualche magistrato, vincerà le elezioni. Si ripete un film già visto in Italia”. A dirlo il politologo Edward Luttwak.
Donald incriminato per l’assalto al Congresso. I conservatori hanno già perso le elezioni?
Alcuni procuratori democratici, in gran parte con un profilo politico, agiscono contro Trump. Questa è la verità. Il problema, però, che la loro azione al posto di indebolirlo lo rafforza. Sono un trampolino per i conservatori.
Che idea si sono fatti gli americani rispetto a questa vicenda?
A sostenerlo Donald ci sono decine di milioni di americani. Si tratta di un blocco granitico, che difficilmente può essere scalfito. Azioni legali, abbastanza dubbie, poi, hanno finito col renderlo più appetibile di fronte agli indecisi. Il Washington Post, ormai un giornale di partito, celebrando questo tipo di accuse, nei fatti, indebolisce i democratici. Fa bene il Wall Street Journal a dire che Trump non è stato fotografato mentre rubava un portafoglio. Si tratta, infatti, di un caso creato ad arte per generare confusione. Stiamo parlando di un processo che ancora non è chiuso.
L’ex presidente ha ancora la possibilità di confrontarsi con Biden?
Trump, in questo modo, tornerà a vincere. Il piano di pochi giudici, come un boomerang, si ripercuote contro. I democratici, oggi, sono più deboli. Biden, però, non ha dato alcun ordine. Non avrebbe mai autorizzato una strategia perdente. Si tratta, comunque, di una mossa normale nella politica americana.
Perché?
La politica americana non è sobria. È stata sempre agitata. Quella rivoluzione contro il re d’Inghilterra Giorgio III, iniziata nel 1976, non è mai finita. Ci sono solo momenti in cui si calma.
Quest’estate per gli italiani è stata difficile per l’inflazione. Come la state vivendo negli Stati Uniti?
L’inflazione è ovunque nel mondo. In Israele, però, è solo al 4 per cento. Il vero problema in Italia è la mancata crescita. C’è un sistema amministrativo-burocratico dello Stato, esaminato nel dettaglio da migliaia di studi e denunciato in centinaia di convegni, che ostacola le imprese.
Un problema avvertito anche in America?
Assolutamente no! Biden si è distinto solo per una politica industriale sprecona. Basti pensare alle scelte sulle automobili elettriche, tutte decisioni rivelatesi fallimentari. Io stesso sto progettando una macchina che va a carbone. Ritornando all’Italia, però, ritengo che sia vittima della sua burocrazia, di un sistema ancora non riformato. Molti americani disoccupati risolvono i loro problemi aprendo un’azienda. Costa solo cento dollari una Srl. Per far partire un’attività ci si impiega circa un’ora. Ciò, invece, non è possibile nel vostro Paese, dove si aspettano anni per un permesso.
Cosa deve fare, quindi, il nuovo esecutivo?
Meloni può durare dieci anni, ma deve trovare il coraggio di fare le riforme, eliminando lacci e lacciuoli che paralizzano chi vuole lavorare e contribuire alla crescita. Al momento, vedo poca volontà a cambiare le cose o meglio non si è fatto ancora nulla.
Ci faccia un esempio…
Il monopolio dell’Eni che strangola tutti. L’energia è un campo che non può essere monopolizzato. A mio parere, serve privatizzare le parastatali che sono la fonte della corruzione, il male assoluto da combattere.
A proposito di lacci, qualcuno accusa la premier di essere troppo vicina a Biden…
Gli italiani vengono negli Usa per sperimentare la vita senza lacci e lacciuoli del mostro burocratico. Biden o Trump c’entrano poco. Meloni non viene qui per ottenere ordini dal Pentagono. Non si arruolano italiani per farli paracadutare su Mosca. Detto ciò, la destra di governo non è mai stata pro-Trump. Una certa parte politica si è collocata da quella parte solo perché considerava positive le politiche portate avanti dall’ex presidente. Dallo sbarco in Sicilia del 1943, chi governa in Italia si è schierato col partito americano percepito come il più forte.
Meloni, quindi, non sposa il progetto democratico?
La premier viene a Washington perché preferisce essere allineata con gli Stati Uniti piuttosto che con la Cina o la Russia. Non c’entrano la destra o la sinistra. L’Italia, alle prossime elezioni statunitensi, avrà una posizione neutrale. Trump vincerà senza l’Europa. Anche se diecimila politici stranieri dicono di essere pro o contro il leader conservatore non avrà effetti. Quando un cane abbaia a distanza non rappresenta un pericolo. Allo stesso modo, un’eventuale vittoria dei conservatori non avrà alcuna conseguenza a Roma. Nessun italiano avrà un gelato in meno o in più. La politica estera di Palazzo Chigi sarà sempre la stessa.
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