Cronaca

Il piano di Bozzoli, per il pm “nessun pericolo di fuga”

di Domenico Pecile -


Svanito, volatilizzato. E con lui anche la moglie, Antonella Colossi, e il figlio di 9 anni. Adesso è braccato in tutto il mondo. Ancora nessuna taccia, dunque, di Giacomo Bozzoli, il 39enne condannato in Cassazione all’ergastolo per l’omicidio dello zio, ucciso e gettato in un forno della fonderia di famiglia, a Marcheno, in provincia di Brescia, la sera dell’8 ottobre del 2015. Su di lui spicca un mandato di cattura internazionale. Stando a quanto riferito dal suocero agli inquirenti (il Bozzoli ha il passaporto scaduto) i tre si troverebbero in una località imprecisata della Francia. Gli stessi inquirenti ritengono che la famiglia si trovi all’estero. Durante le perquisizioni effettuate ieri nella casa di Soiano sul Garda dove Bozzoli risulta residente con moglie e figlio i carabinieri hanno sequestrato i dispositivi informatici e ogni altro fonte di prova. Tutti elementi ritenuti utili per rintracciare il fuggiasco. Tutti i dispositivi saranno posti ai raggi x per cercare di trovare ogni traccia utile a ricostruire i movimenti dell’uomo soprattutto nelle ultime giornate. Non risulterebbero, invece, strani movimenti bancari. Tuttavia, gli inquirenti non escludono che il Bozzoli possa avere una certa somma cospicua di denaro che gli potrebbe consentire di proseguire la fuga. O di garantirgli una lunga latitanza.
Intanto ieri, Daniele Colossi, padre della compagna di Bozzoli, attraverso l’avvocato Massimiliano Battagliola, ha lanciato questo appello: “Questa vicenda mi sta distruggendo. Mi auguro che il compagno di mia figlia si costituisca per il bene suo ma soprattutto per quello di mia figlia e del mio nipotino”. Sono comunque ore di grande apprensione per tutti i familiari. In un’intervista a La Repubblica, Adelio, il padre di Giacomo, ha ribadito di essere certi dell’innocenza del figlio e nel contempo di non avere sue notizie. “Se sapessi dov’è ora mio figlio andrei a dirgli – ha affermato – che è il momento di pensare alla sua famiglia, al mio nipotino. Ognuno può immaginare cosa prova un padre che vede il proprio figlio innocente condannato all’ergastolo”. E sulla polemica conseguente alla fuga è intervenuto Pier Luigi Maria Dell’Osso, il giudice che lo indagò. “I presupposti – ha riferito – per un arresto, una misura cautelare, si valutano strada facendo, momento per momento”. Per quasi nove anni Bozzoli ha recitato il ruolo dell’imputato modello.


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