Il peso del Superbonus sul debito pubblico in crescita, anche Gentiloni lo ammette: “Uscì fuori controllo”
Il Superbonus uscì fuori controllo, ora lo ammette anche Gentiloni. E’ “abbastanza assodato” che il cosiddetto Superbonus edilizio, malgrado le “ragioni comprensibili” che lo hanno ispirato, è “uscito fuori controllo” e nel complesso ha avuto un impatto più “negativo” che positivo sull’economia italiana. Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni lo ha detto rispondendo, in conferenza stampa a Bruxelles, ad una domanda sulle ragioni per le quali il debito pubblico italiano è previsto in aumento nei prossimi anni, malgrado i consistenti avanzi primari previsti.
“Per quanto riguarda il debito – afferma Gentiloni – non c’è dubbio che il fatto che, dopo la riduzione negli anni immediatamente successivi alla pandemia ,ci sia una stabilizzazione con qualche rialzo del debito è in parte consistente dovuto al protrarsi dell’impatto di quello che noi italiani chiamiamo il superbonus edilizio. Credo che sia abbastanza assodato, traendo un po’ le somme, che nell’insieme questa misura, che pure aveva delle ragioni comprensibili, è uscita un po’ fuori dal controllo e ha avuto un impatto certamente più negativo” che positivo, conclude.
Intanto, le previsioni Ue dicono che l’effetto del Superbonus continuerà a pesare nei prossimi anni sul debito pubblico italiano, che dovrebbe salire oltre il 139% del Pil nel 2026. Lo afferma la Commissione Europea che oggi pubblica le previsioni economiche d’autunno. Il debito pubblico dell’Italia è stimato dalla Dg Ecfin al 136,6% quest’anno, al 138,2% l’anno prossimo e al 139,3% nel 2026, nonostante saldi primari “positivi e in aumento”. Il deficit in rapporto al Pil è previsto in traiettoria discendente, dal 3,8% di quest’anno al 3,4% l’anno venturo fino al 2,9% nel 2026, un quadro significativamente migliore di quello pronosticato nel maggio scorso a politiche invariate (4,4% nel 2024 e 4,7% nel 2025). L’aumento previsto del debito pubblico è provocato da aggiustamenti nei flussi legati all’impatto ritardato sull’indebitamento di cassa dei crediti d’imposta per ristrutturazioni immobiliari, che influiscono sui disavanzi degli anni precedenti.
Nel contempo, il differenziale del tasso di crescita degli interessi diventa meno favorevole. La situazione, tuttavia, è meno negativa, anche per il debito, rispetto al quadro che emergeva nelle previsioni di primavera, sei mesi fa: per il 2024, il debito/Pil era visto al 138,6% e per il 2025 al 141,7%. Il debito pubblico resta comunque alto: anche se le due economie non hanno dimensioni paragonabili, la Grecia nel 2026 dovrebbe avere un debito/Pil del 142,7%, 3,4 punti percentuali al di sopra di quello italiano (quest’anno il divario è di 16,5 pp).
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