Il pentito della mafia barese tira di nuovo in ballo Decaro
Il pentito della mafia barese tira di nuovo in ballo Antonio Decaro. E mette agli atti del processo il giallo di quel presunto incontro con il fratello del boss Parisi, che l’ex sindaco di Bari, oggi eurodeputato e candidato papabile del Pd per il dopo Emiliano in Puglia, continua a negare con tutte le forze. “Stiamo parlando di una questione già archiviata dalla magistratura che all’improvviso rispunta fuori per l’ennesima volta”, ha detto Decaro, che parla di calunnie e aggiunge che “contro queste persone ho chiesto e ottenuto che il Comune di cui ero sindaco, si costituisse parte civile”. A puntare il dito contro l’eurodeputato è il collaboratore di giustizia Nicola De Santis, detto “il pezzato”, la cui testimonianza era già finita nell’interdittiva antimafia dell’Amministrazione giudiziaria per l’Amtab Spa, la società dei trasporti pubblici in house del Comune, in cui, secondo le indagini, il clan Parisi aveva piazzato i suoi uomini e, a forza di intimidazioni, ne aveva preso le redini. “Per quanto riguarda l’assunzione di Parisi Massimo all’Amtab, ricordo che questi si era impegnato nelle campagne elettorali di Decaro e Giorgio D’Amore alla circoscrizione zona Japigia Torre a Mare tra il 2008 e il 2010”, aveva raccontato De Santis in un interrogatorio del 17 gennaio 2019. “Gli incontri sono avvenuti circa 7 mesi prima o al massimo un anno prima dell’assunzione successiva di Parisi Massimo all’Amtab”, aveva precisato il pezzato, aggiungendo che “si trattava di elezioni locali e Decaro era all’Assessorato dei Trasporti. Alla riunione che avvenne nei pressi di un bar nella piazza di Torre a Mare, area pedonale, partecipai anche io e vi erano Decaro, il padre Giovanni, D’Amore Giorgio, Parisi Massimo, De Tullio Michele ed altri. De Tullio Michele mi disse che dovevamo sostenere Decaro e Parisi Massimo sarebbe stato così assunto”. Alcuni di questi affiliati dei Parisi sono stati arrestati insieme a politici locali, pochi giorni dopo l’interdittiva, nell’operazione Codice interno della Dda, che aveva acceso i riflettori del Viminale al punto da inviare gli ispettori per scongiurare eventuali infiltrazioni mafiose. Una scelta che aveva scatenato l’ira del paladino antimafia e portato i vertici del Pd pugliese a organizzare una manifestazione. Sul palco, insieme a Decaro, anche il governatore Michele Emiliano. E la piazza di Bari, che doveva dissipare le ombre delle mani dei clan sul Comune guidato dall’esponente dem, è diventato un boomerang, quando Emiliano ha scioccato i presenti con un “curioso” aneddoto: “È cominciata così l’Antimafia di Antonio Decaro, sentite, questa è l’origine vera. Un giorno bussa alla porta, entra bianco come un cencio e mi dice: ’Vedi che sono stato a piazza San Pietro e uno mi ha messo una pistola dietro la schiena’. Non abbiamo mai saputo se era una pistola vera o un dito molto duro. Quel che è sicuro è che così è andata, perché lui stava facendo i sopralluoghi della Ztl di Bari vecchia”. Parliamo degli anni in cui Emiliano era sindaco della città e Decaro era all’Assessorato ai Trasporti. “Io lo presi”, continua il governatore, “e in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e io gli andai a dire ’Vedi che questo ingegnere è assessore mio, deve lavorare perché qui c’è il pericolo che i bambini possano essere investiti dalle macchine. Quindi se ha bisogno di bere, se ha bisogno di assistenza, te lo affido’”. Un aneddoto del tutto smentito da Decaro, che si è affrettato a dire che “Emiliano non ricorda bene”. E che si aggiunge alla testimonianza di De Santis, che ripercorre quanto detto ai magistrati nell’interrogatorio del 17 gennaio 2019: “Per quanto riguarda l’assunzione di Parisi Massimo all’Amtab, ricordo che questi si era impegnato nelle campagne elettorali di Decaro e Giorgio D’Amore alla circoscrizione zona Japigia Torre a Mare tra il 2008 e il 2010; gli incontri sono avvenuti circa 7 mesi prima o al massimo un anno prima dell’assunzione successiva di Parisi Massimo all’Amtab”. Il pezzato aggiunge che “si trattava di elezioni locali e Decaro era all’Assessorato dei Trasporti. Alla riunione che avvenne nei pressi di un bar nella piazza di Torre a Mare, area pedonale, partecipai anche io e vi erano Decaro, il padre Giovanni, D’Amore Giorgio, Parisi Massimo, De Tullio Michele ed altri. De Tullio Michele mi disse che dovevamo sostenere Decaro e Parisi Massimo sarebbe stato così assunto”.
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