Esteri

Il passo pericoloso di Biden verso la guerra tra Nato e Russia

di Ernesto Ferrante -


Joe Biden ha autorizzato per la prima volta l’utilizzo di missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per attacchi limitati all’interno della Russia. A dare la notizia è stato il New York Tymes. È il pericoloso colpo di coda dell’amministrazione Usa, che tra poco più di due mesi sarà sostituita da quella guidata da Donald Trump.

Per i funzionari statunitensi, è una risposta al dispiegamento di migliaia di militari nordcoreani a sostegno delle forze russe, ma è una spiegazione che non regge. Si tratta, piuttosto, di una forzatura del “Deep State” e del partito trasversale della guerra, che teme un ridimensionamento del suo potere di condizionamento politico e una riduzione del volume dei suoi affari.

Gli Atacms (Army Tactical Missile System) sono missili guidati supersonici che possono essere caricati con munizioni a grappolo o testate convenzionali, capaci di raggiungere una gittata di circa 305 chilometri.

Axios ha reso noto che l’inquilino, ancora per poco, della Casa Bianca ha imposto agli ucraini il limite all’impiego contro obiettivi nella sola regione di Kursk. La decisione, comunicata circa tre giorni fa, sarebbe stata assunta per esercitare “deterrenza” contro Pyongyang ed evitare che il presidende coreano Kim Jong-un nordcoreano possa inviare altre unità a combattere al fianco di Mosca.

Si tinge di giallo una pubblicazione di “Le Figaro”, secondo cui anche Francia e Inghilterra permetteranno di colpire in profondità il territorio russo, utilizzando missili SCALP/Storm Shadow. Il contenuto è stato successivamente rimosso, creando un mistero.

Il presidente francese Emmanuel Macron aveva già parlato lo scorso maggio di permettere all’Ucraina di fare uso dei missili a lungo raggio per colpire obiettivi da cui la Russia lancia i suoi raid, come di un’opzione da “prendere in considerazione”. Lo ha ricordato Jean-Noel Barrot, ministro francese agli Affari esteri, in occasione della riunione del Consiglio dell’Unione europea a Bruxelles, rispondendo a una domanda sulla questione.

L’uso di queste armi significa guerra della Nato alla Russia. Putin, nel mese di settembre, ha avvertito che una mossa simile, avrebbe significato una partecipazione diretta dell’Alleanza atlantica al conflitto. Anche perché l’esercito ucraino non è in grado di adoperare da solo i moderni sistemi di fabbricazione occidentale. Occorrono il supporto satellitare e tutta una serie di dati di cui dispongono solo i Paesi membri dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord.

Negli Usa è esplosa la bufera politica. La repubblicana Marjorie Taylor-Greene si è detta scioccata per quanto emerso dal New York Times. A suo avviso, “Biden sta cercando di organizzare la terza guerra mondiale. Gli americani hanno votato per Trump per prevenire un conflitto militare globale”. E ancora: “Trump sostiene la risoluzione pacifica dei problemi e non vuole sponsorizzare guerre straniere”.

Il figlio di Donald Trump ha definito “imbecilli” coloro che hanno deciso di consentire all’Ucraina di colpire il territorio russo con i missili balistici tattici. “Il complesso militare-industriale, ha aggiunto Trump junior, sembra voler assicurarsi che scoppi la terza guerra mondiale prima che mio padre abbia la possibilità di creare la pace e salvare vite umane. Dobbiamo congelare questi trilioni di dollari. A nessuno importa delle vite”.

Il figlio di George Soros ha scritto sul suo account ufficiale sul social X che “questa è un’ottima notizia”. Il 37enne, sostenitore di Joe Biden, Kamala Harris e del Partito Democratico, a livello propagandistico e finanziario, sarebbe pronto a prendere in mano l’impero del padre 93enne, compresa la Open Society Foundations.

Ha visitato personalmente l’Ucraina quattro volte quest’anno. Durante il suo ultimo viaggio ad agosto, Alex Soros ha promesso che il suo gruppo continuerà la sua cooperazione con le autorità ucraine e parteciperà allo sviluppo dell’economia nazionale, “contrastando l’aggressione russa e proteggendo i valori democratici”.


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