Editoriale

Il mondo fatato di Schlein e Macron

di Adolfo Spezzaferro -


Il Partito democratico di Elly Schlein ci gode a vedere – nella sua autonarrazione di un mondo fatato con unicorni e arcobaleni, agende liberal e green, gioiose accolite di antifa che vedono il male assoluto ovunque – “Giorgia Meloni nell’angolo” a Bruxelles. Che poi, sempre secondo la favoletta di Repubblica e di Domani, nell’angolo ci sarebbe l’Italia (è proprio vero, pur di colpire la loro avversaria, Pd e sinistra varia si mostrano anti-italiani senza battere ciglio). Ma la presidente del gruppo Ecr, i Conservatori europei, proprio non ci sta a farsi mettere nell’angolo (con buona pace delle opposizioni e dei titoloni sinistrati). Anche perché la ricetta riciclata e rifilata agli europei di una maggioranza Ursula bis è insostenibile. Stiamo parlando di riproporre l’accordo Ppe, Pse e Liberali (quando socialisti e macroniani vari hanno preso un sonoro ceffone alle urne). Come se non bastasse poi, questi signori, a partire dai due leader sconfitti – il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz – vorrebbero presentarsi al Parlamento Ue come se l’Ecr non fosse il terzo gruppo, come se non avesse superato Renew Europe (un nome che alla luce dell’esito delle europee ci ricorda l’altro improvvido renziano Stati Uniti d’Europa). I vincitori delle Europee sono Ppe ed Ecr, inutile girarci intorno. Ridicolo far finta di niente. Anche perché il Parlamento Ue dovrà votare per la rielezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione Ue. Nel frattempo – inutile e ridicolo fare gli gnorri – si sarà votato in Francia e molto probabilmente l’anatra Macron sarà totalmente azzoppata, pure a Strasburgo. La battaglia finale (con il fuoco dei franchi tiratori) sarà nell’aula dell’Europarlamento, altro che chiacchiere. Vedremo se questi signori alle prese con i loro ultimi disperati colpi di coda riusciranno ad avere la meglio sul vento del cambiamento. I numeri infatti sono molto risicati.


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