Il Mediterraneo inghiotte migranti
Il Mediterraneo inghiotte migranti. Ieri il nostro Paese è stato colpito da altri due naufragi in mare, mentre l’Europa nicchia nel recepire il piano di Giorgia Meloni contro gli scafisti, per fermare le partenze illegali e creare corridoi umanitari regolari. Due le rotte dalle quali sono arrivati i disperati, quella turca e quella africana, ma la sorte è stata la stessa: decine di corpi, stipati nella stiva, altri dispersi nelle acque del Mediterraneo. A largo di Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria, una barca a vela si è ribaltata a circa 120 miglia dalla costa. il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano della Guardia costiera di Roma, recepito il mayday, ha dirottato immediatamente sul posto due mercantili in navigazione nelle vicinanze, un velivolo Atc42 della Guardia costiera e le motovedette Cp305 e Cp326 di stanza in Calabria. Dodici i sopravvissuti messi in salvo, ma mancano all’appello 50 persone. I superstiti hanno raccontato che improvvisamente la barca a vela, per cause in corso di accertamento, ha cominciato a imbarcare acqua, a quel punto c’è stata una forte esplosione che ha ribaltato il natante e i loro compagni di viaggio sono annegati. Un’altra donna, strappata alle onde, è morta durante il trasporto dal luogo del naufragio al porto delle Grazie: straziata dalla traversata e gravemente ustionata, il suo cuore ha smesso di battere a pochi metri dalla riva. I migranti portati in salvo sono stati immediatamente visitati allo sbarco dai medici e assistiti dal personale delle associazioni di volontari all’interno del tendone allestito al porto dalla Croce rossa. I naufraghi in condizioni più gravi sono stati invece ricoverati negli ospedali della zona. “Non avevamo mai assistito a una situazione del genere, è stato un maxi soccorso”, ha detto Concetta Giuffrè, della Cri. “I migranti ci hanno raccontato che la barca ha iniziato a imbarcare acqua e poi c’è stata un’esplosione improvvisa. Abbiamo riscontrato le ustioni. Tra i feriti anche una bambina di 10 anni, ricoverata all’ospedale di Locri per le fratture. La zia che viaggiava con lei ci ha detto che la piccola ha perso i genitori nel naufragio”. È finito nell’orrore, invece, l’altro soccorso avvenuto ieri sempre nel Mediterraneo. La nave Nadir della Ong Resqship è riuscita a portare in salvo da un barca cinquantuno persone, ma per dieci di loro non c’è stato nulla da fare. Dieci sono stati trovati morti soffocati nello scafo della barca di legno. In una corsa contro il tempo, i soccorritori hanno usato un’ascia per rompere la cabina, ma sono arrivati troppo tardi: c’erano i loro cadaveri ammassati nel ponte inferiore della barca. Dall’inizio dell’anno sono almeno 800 le vittime sulle rotte dell’immigrazione.
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