U.S.A. E GETTA – Il massacro delle aquile testabianca
Che barbarie si è consumata nel Montana, dove due uomini sono stati incriminati per aver ucciso 3.600 aquile testabianca, il maestoso esemplare simbolo degli Stati Uniti. Una vera e propria strage che Simon Paul, 42 anni, e Travis John Branson, di 48, hanno compiuto per rivendere le piume sul mercato nero. Un gran giurì federale del Treasure State ha ora messo sotto accusa i due cacciatori di frodo, che verranno processati per una serie di gravi reati, che vanno dalla cospirazione al traffico illegale di aquile testabianca, fino alla violazione del Lacey Act, la legge che vieta il traffico di animali selvatici.
Se condannati. rischiano almeno 11 anni di prigione, oltre a una multa di 275mila dollari ciascuno. Secondo i procuratori federali, i due uomini avrebbero ucciso gli uccelli da gennaio 2015 a marzo 2021, nell’area intorno alla riserva indiana di Flathead, nel Montana occidentale. L’accusa sostiene che i due hanno poi ricavato “ingenti somme di denaro” dalla vendita dei rapaci e delle loro piume, anche se non sono riusciti a ricostruire con esattezza il giro d’affari illecito dei cacciatori di frodo. I documenti depositati dall’accusa in tribunale dimostrano comunque che la coppia ha venduto almeno un paio di ali d’aquila calva, quattro code d’aquila reale e un’aquila reale intera. Inoltre le indagini hanno ricostruito il modus operandi: Branson e Paul si recavano puntualmente nella riserva, piazzando come esca per attirare le aquile un cervo precedentemente ucciso.
A sparare era Paul, che è anche considerato la mente del piano. Il loro crimine è ritenuto ancora più esecrabile non solo per il massacro degli esemplari, ma anche per il valore simbolico della loro condotta nei confronti dell’animale simbolo degli Usa, scelto dai padri fondatori per la sua grande bellezza e per il forte spirito d’indipendenza che incarna i principi dell’America. Un rapace che, fino al 1940, era possibile cacciare ma la cui uccisione è stata poi resa del tutto illegale dal Congresso. Le aquile testabianca furono in seguito inserite nell’elenco delle specie minacciate e l’opera di salvaguardia dei rapaci, nei decenni, ha prodotto risultati così significativi che, nel 2007, è stato possibile rimuovere le aquile dalla categoria a rischio.
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