Per Abbonati

Il laico libertino che sussurrava ai cattolici

di Redazione -


di FRANCESCA CHAOUQUI

Si è chiusa un’era. Con Silvio Berlusconi se ne va un personaggio che ha indirizzato la storia politica dell’Italia negli ultimi 30 anni. Fondatore di una nuova destra, con ambizioni liberiste, Berlusconi ha accolto all’interno del suo partito i moderati che non trovavano più una collocazione ed è stato in grado di dominare la scena anche quando era all’opposizione. Ma il Cavaliere non si è limitato a questo. La sua visione trascendeva la politica e arrivava a toccare ogni aspetto della vita sociale, da quello fondamentale dei diritti a quello ludico. All’inizio della sua carriera nel mondo dell’edilizia ha costruito le case del futuro, poi ha tenuto fede al suo proposito di fare concorrenza a ‘mamma Rai’ spianando di fatto la strada al pluralismo dell’offerta televisiva. Infine, ha portato il suo Milan ‘sul tetto del mondo’.

Berlusconi incarna il perfetto esempio del ‘self-made-man’, un uomo che con le sue capacità e tanta perseveranza riesce a costruire il proprio futuro. Cresciuto in una famiglia cattolica ed istruito dai Salesiani, fin dagli anni giovanili ha coltivato stretti rapporti con personaggi vicini all’Opus Dei. Una fede, quella di Berlusconi, che non è rimasta soltanto sul piano ideologico ma ha costituito parte integrante della sua azione politica. Il Cavaliere rappresentava, fin dalla sua discesa in campo, quella figura in grado di ricompattare i cattolici, smarriti dopo che la DC era stata travolta dallo scandalo tangentopoli. Ma anche un freno all’avanzata dei comunisti, che rischiavano di diventare l’unica alternativa possibile dopo il crollo della Democrazia Cristiana.

Forza Italia, invece, irrompe sulla scena politica come una forza nuova, capace di portare cambiamento a un paese scosso nelle fondamenta. Con Berlusconi viene inaugurata l’era del bipolarismo, stagione da lui dominata e terminata con la sua uscita di scena, quando la classe politica italiana ha riacquistato i vecchi vizi del trasformismo e delle maggioranze che cambiano al cambiare delle stagioni.

Vicino alla Chiesa e al Vaticano, il Cavaliere si è fatto portavoce dei cattolici in politica, prestando particolare attenzione a questa porzione del suo elettorato. L’attenzione per la famiglia è stato uno dei punti chiave dei governi berlusconiani, con la frenata ai Pacs e la riforma fiscale che considerava la famiglia come soggetto fiscale, e quindi oggetto di detrazioni o riduzioni di imposta. Grazie ai governi Berlusconi, l’Italia ha avuto una politica demografica e una riforma scolastica che ha tenuto in conto le istanze del mondo cattolico e la lunga tradizione delle scuole paritarie e dell’istruzione professionale. Tuttavia, la massima collaborazione tra Forza Italia e la Chiesa si è avuta con la legge sulla procreazione assistita, difesa dalla Conferenza episcopale italiana.

Un cattolico nei fatti, dunque, Berlusconi, nonostante gli avversari politici lo abbiano accusato di ogni reato nel tentativo di screditarlo e farlo crollare. Tutte le sue travagliate vicende giudiziarie, però, si sono concluse con un nulla di fatto.

Sul fronte della politica interna, il Cavaliere ha saputo mantenere quasi tutte le sue promesse. Tra le riforme di portata storica ricordiamo la Legge Bossi-Fini sull’immigrazione, la legge Sirchia che vieta di fumare nei luoghi pubblici, la riforma del lavoro targata Marco Biagi e la sospensione della leva militare obbligatoria. Non gli è riuscita soltanto la riforma costituzionale.

Quanto alla politica estera, Berlusconi ha dato nuovo lustro al ruolo dell’Italia sullo scacchiere internazionale stringendo rapporti con i maggiori leader mondiali: il premier spagnolo Josè Maria Aznar, il premier inglese Tony Blair, il presidente americano George W. Bush e il capo del Cremlino, Vladimir Putin. Si deve proprio all’allora presidente del Consiglio il riavvicinamento tra Usa e Russia, grazie a quello che è passato alla storia come il ‘miracolo di Pratica di Mare’ quando, nel 2002, Berlusconi riuscì a far stringere la mano a Bush e Putin, ponendo definitivamente la parola ‘fine’ alla Guerra Fredda.
Berlusconi ha saputo cambiare la comunicazione politica ma, prima ancora, il modo di comunicare con il popolo. Con le sue reti private ha trasformato la vita degli italiani, soprattutto degli emarginati, degli anziani, dei poveri e meno scolarizzati, che potevano riempire le loro serate con i quiz di Mike Bongiorno e le telenovelas brasiliane. Il tutto gratis, senza pagare alcun canone. Mentre la sinistra trovava Berlusconi eccessivo, la gente lo ammirava e lo votava, dandogli l’occasione di cambiare l’Italia.

Italia che oggi, senza di lui, è un po’ più povera. Nella sua lunga carriera, Berlusconi ha mantenuto promesse e raggiunto traguardi. Se ne va con un unico rimpianto, aver mancato l’elezione al Quirinale.


Torna alle notizie in home