Il Giappone dei fiori dallo sguardo di Linda Fregni Nagler
Durante il Periodo Edo (1600-1868), nelle grandi città giapponesi, erano diffusi venditori ambulanti chiamati bōtefuri. Il nome deriva dal bastone ricurvo (bō) alle cui estremità essi agganciavano delle ceste contenenti le merci da vendere. Questa lunga asta, in italiano bicollo, veniva portato a spalle e, nonostante fosse tenuto fermo con le mani (te), aveva comunque un leggero movimento oscillatorio (furi). Una categoria di bōtefuri molto apprezzata era quella degli hanauri, i venditori di fiori. A testimoniare il loro lavoro arriva “Hanauri. Il Giappone dei venditori di fiori”, il nuovo progetto espositivo che si sviluppa all’interno del programma di riallestimento della galleria giapponese delle collezioni permanenti del MAO, il Museo d’Arte Orientale di Torino.
La mostra Hanauri. Il Giappone dei venditori di fiori, che durerà fino al prossimo 4 maggio, testimonia la pratica dell’artista Linda Fregni Nagler ed esplora il suo meticoloso approccio di selezione e raccolta, rielaborazione e riattivazione di fotografie giapponesi della scuola di Yokohama (Yokohama Shashin). Le fotografie originali, raccolte nell’arco di vent’anni dall’artista e proposte in mostra per la prima volta, sono affiancate alle opere di Linda Fregni Nagler, che ha rifotografato le albumine originali, stampandole in camera oscura e colorandole a mano con una tecnica simile a quella dell’epoca (1860-1910).
Considerata l’influenza esercitata dalle stampe ukiyo-e sulla Yokohama Shashin, il progetto espositivo si propone anche di contestualizzare e approfondire il legame tra le fotografie di Fregni Nagler e le stampe xilografiche, di epoca precedente alla nascita della fotografia, del medesimo soggetto. In mostra saranno esposte 26 albumine di metà Ottocento, appartenenti alla collezione Fregni Nagler, unitamente a sei grandi stampe ai sali d’argento colorate a mano dall’artista e a quattro positivi su vetro visibili attraverso due visori.
Accanto a queste opere ci sono tre xilografie che declinano l’iconografia dei venditori di fiori: la rappresentazione dei mesi primaverili, l’illustrazione del mese di aprile di Utagawa Kunisada proviene dal Museo Orientale di Venezia; “All’ingresso del tempio di Kanda” di Koikawa Harumachi dal Museo Orientale E. Chiossone di Genova e “Toyokuni III” di Utagawa Kunisada da una collezione privata.
Il tema floreale e vegetale trova un’ulteriore declinazione anche nei preziosi tessuti kesa della collezione del MAO, risalenti al periodo Edo, e nei kimono che arricchiscono l’esposizione, uno proveniente da Palazzo Madama e due esemplari dal Museo d’Arte Orientale di Venezia, oltre a tre lacche pregiate e tre kakemono firmati Yanagisawa Kien, Kawamura Bunpō e Tomioka Tessai (dei periodi Edo e Meiji) in prestito da una collezione privata.
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