Il “flusso” russo attraverso i tubi del gas ha travolto le truppe ucraine nel Kursk
Le truppe russe hanno ripreso il controllo di altri tre villaggi che l’Ucraina aveva occupato nella regione di Kursk. Le forze di Kiev stanno perdendo terreno, uomini e mezzi. In una nota citata dall’agenzia Tass, il ministero della Difesa russo ha spiegato di aver riconquistato Malaya Loknya, Cherkasskoye Porechnoye e Kositsa.
Secondo il quotidiano britannico The Telegraph, considerati gli sviluppi dell’offensiva a tenaglia dei soldati di Mosca sulle vie di rifornimento ucraine nella regione frontaliera, circa 10.000 militari di Zelensky rischiano di rimanere accerchiati. Uno dei fattori principali che avrebbero determinato il collasso ucraino, stando ai giornalisti della testata, sarebbe lo stop statunitense al trasferimento dei dati di intelligence agli alleati, di cui Trump ha annunciato la possibile ripresa a breve.
L’otto marzo diversi media ucraini hanno diffuso la notizia di un attacco russo alle spalle delle linee difensive avversarie passando attraverso il gasdotto Urengoy-Uzhgorod, attraverso il quale transitava il gas che la Russia forniva a diversi Paesi europei. Gli assaltatori russi sono sbucati nelle retrovie ucraine, rimanendo invisibili a droni e sentinelle. Una tattica simile era già stata adottata dall’esercito russo nel corso della battaglia di Avdeevka. Oltre alle fotografie dei soldati russi nei tubi (di 1,4 metri di diametro) non sono trapelati altri dettagli.
L’ex comandante del 3° reparto d’assalto della “Wagner”, ora comandante del DRSHBR “Vostok”, noto col nome di battaglia “Zombie”, ha parlato della pianificazione dell’operazione “Potok” (“flusso” in italiano).
“L’operazione, ha raccontato “Zombie” è stata pianificata nel corso di più di tre settimane, coinvolgendo un grande quantitativo di forze. Le operazioni preliminari sono state colossali. Per passare attraverso il tubo è stato innanzitutto necessario interrompere il flusso di gas, aspirando quello rimasto all’interno per poi pompare all’interno l’ossigeno. Dopodiché abbiamo iniziato a creare le uscite dal tubo, dei vani dove smistare i soldati, accumulare scorte di munizioni, cibo e acqua, così come ad allestire i bagni. Ciò ha richiesto più di tre settimane. Il personale del reparto d’assalto Veterani, della mia brigata Vostok, del 30esimo reggimento, dell’11esima brigata aviotrasportata e del gruppo “Aida” dei reparti speciali Akhmat è entrato nel gasdotto percorrendo 15 chilometri raggiungendo la fabbrica, entrando a piccoli gruppi nel corso di 4 giorni, al fine di non farci notare dall’avversario”.
“Dopo aver accumulato il personale nei vani ricavati nel tubo, ha aggiunto il comandante, dopo quattro giorni nella fabbrica sono entrati oltre 800 uomini. Dopo aver ricevuto l’ordine siamo subito usciti in superficie occupando la zona industriale, bonificandola dall’avversario, il quale non si aspettava questa operazione, rimanendo disorientato e cadendo nel panico”. I russi sono entrati per 15 chilometri nelle retrovie del nemico.
Gli analisti militari ucraini di “DeepState” hanno riconosciuto che il loro esercito nelle scorse ore ha perso il controllo di almeno 40 chilometri quadrati di territorio nella regione di Kursk. I combattimenti si sono spostati a ridosso di Sudza, dove i russi hanno aumentato notevolmente la pressione. “La situazione è più difficile che in tutti gli altri settori del fronte (..), il mantenimento della testa di ponte nella regione di Kursk non è giustificato dal punto di vista militare”, ha scritto Butusov, giornalista vicino al ministero della difesa.
L’Ucraina cercherà di convincere gli Stati Uniti a riattivare gli aiuti militari e l’intelligence in occasione dei colloqui bilaterali che si svolgeranno in Arabia Saudita. A rivelarlo è stato il “Financial Times” menzionando funzionari informati sui preparativi per i negoziati nella monarchia del Golfo.
Le autorità ucraine sarebbero pronte “a proporre un cessate il fuoco parziale” con la Russia in particolare per quanto riguarda gli attacchi con droni e missili a lungo raggio e operazioni di combattimento nel Mar Nero. Una sorta di scambio, questo, “nella speranza che i progressi dei colloqui portino Washington a revocare la sua decisione di congelare la condivisione dell’intelligence e le forniture di armi”.
Il segretario di Stato americano Marco Rubio sarà nella città saudita di Gedda fino mercoledì per i colloqui. Andriy Yermak, capo dell’ufficio di Zelensky, guiderà la squadra negoziale ucraina. Insieme a lui dovrebbero esserci anche il ministro degli Esteri Andriy Sybiha, il ministro della Difesa Rustem Umerov e il vice capo dell’ufficio presidenziale Pavlo Palisa.
“Io dico che (gli ucraini) non hanno le carte. Nessuno ha davvero le carte. La Russia non le ha”. E “quello che bisogna fare è arrivare a un accordo e fermare le uccisioni. È una guerra senza senso e riusciremo a fermarla”, ha detto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, come riportato da Fox News.
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