Editoriale

Il fantasma di supermario per scardinare il bipolarismo

di Alessio Gallicola -

©imagoeconomica


Il partito di Draghi senza Draghi. Non può esserci definizione migliore per segnare il momento più significativo dello start alla campagna elettorale, che sarà pure breve come vuole Mattarella ma, se il buongiorno si vede dal mattino, assomiglierà sempre più ad un duello rusticano. Destra contro Sinistra? Forse sì ma occhio al Centro. Tutti lo cercano, molti lo vogliono. Soprattutto le vedove di Draghi, che sull’ex banchiere avevano puntato parecchie fiches e ora cercano di limitare i danni, intestandosi il “marchio” pur in assenza del protagonista in carne ed ossa.

Il tentativo di ricreare il Centro ago della bilancia nasconde il desiderio di eliminare definitivamente un bipolarismo che proprio non piace a buona parte della classe politica nostrana. Nel 2018 ebbe l’effetto di creare il fenomeno 5Stelle. Ora bisogna scongiurare esprienze simili e allora largo alle truppe del Terzo Polo, sul quale si prepara ad aleggiare, per tutta la durata del pre-elezioni, il fantasma di Draghi. Ora che è uscito di scena, l’ex premier minaccia di costituire una presenza fissa nel backstage. E a differenza di Monti, il super tecnico che, ingolosito dall’esperienza da premier, ci mise il fisico e la faccia ma con esiti miseri, l’ex capo della Bce, che nel frattempo ha studiato da politico, si travestirà da Fantasma dell’Opera. Uno spiritello destinato a condizionare, malgrado tutto, la corsa al voto. Anche senza apparire.


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