Il drone made in Italy
Con i giornali e i tg pieni di allarmi per i cieli attraversati da droni che affiancano le azioni di guerra o palloni spia, la notizia di un drone made in Italy che può svolgere attività di sicurezza, vigilanza delle frontiere, soccorso e protezione civile è semplicemente una buona notizia. Si chiama “Guardian” il primo drone ideato e progettato in Italia che sfrutta l’energia solare ed è capace di volare silenziosamente per effettuare missioni di sorveglianza, controllo e intelligence a lungo raggio. Ha la forma di un piccolo aeroplano e, attraverso celle fotovoltaiche collocate sulle ali, di giorno può volare autonomamente senza sosta per oltre 8 ore portando a bordo una sofisticata telecamera ultra-HD con trasmissione digitale. E’ anche “spia”, ma solo perché le missioni a cui potrebbe essere destinato sono anche in ambito civile e militare per le indagini di polizia e dell’intelligence, la sorveglianza del territorio e di siti sensibili, la vigilanza dei confini e delle aree costiere. Ma pure per l’utilissima necessità di affiancare operazioni di soccorso in occasione di catastrofi naturali o naufragi, il monitoraggio antincendio, la perlustrazione delle aree di sversamento illegale di rifiuti o anche la sorveglianza antipirateria da bordo delle navi.
E’ nato da due società hi-tech italiane: la Npc di Imola, specializzata nel settore metalmeccanico e nella produzione di microsatelliti per impieghi scientifici e commerciali, e la Vector Robotics di Mogliano Veneto, nel Trevigiano, una startup che punta alla progettazione e produzione di droni innovativi. E’ cresciuto sull’esperienza maturata dal progetto del drone solare per il rilevamento antincendio FireHound Zerò, già introdotto sul mercato nel 2022. Finora eccellenti i risultati di sperimentazione, per Gabriele Giorgini, direttore operativo di Vector Robotics. Il drone, per lui, ha usi flessibili per i più diversi scenari, compresi quelli ove operano forze armate, corpi di polizia, organizzazioni di soccorso e di protezione civile. Più efficace dei mezzi tradizionali, facile nell’uso, silenzioso, a lunga durata di volo e dotato di sistemi di ripresa e di trasmissione video.
Guardian è di propilene espanso, leggero, robusto, resistente. Di dimensioni molto ridotte, lungo 53 centimetri, con un’apertura alare di 146 centimetri, pesa solo 1,3 chilogrammi e sulle ali è dotato di 0,4 metri quadrati di celle fotovoltaiche che ricaricano una batteria e forniscono energia al motore elettrico. Viene lanciato a mano da un singolo operatore e può volare ad una quota operativa massima di 5 chilometri, con una velocità di crociera di circa 40 chilometri orari. Gli approfondimenti tecnici non finiscono qui. Su Guardian possono essere montate una videocamera full-HD fissa, una 4K ultra-HD Starlight con zoom digitale, ma anche una camera EO+IR con auto-tracking a infrarossi. Il suo sistema di trasmissione digitale garantisce la ricezione di un segnale privo di interferenze e permtte di inviare alla stazione a terra che lo ha lanciato le immagini raccolte, pur essendo dotato di una scheda di memoria SD che registra tutti i dati raccolti, che poi potranno essere trasferiti su altri supporti dopo l’atterraggio. Utile, pure, conoscere il suo raggio d’azione, importante per operazioni urgenti adottate sul luogo di emergenze: è di 10 chilometri, che può essere ulteriormente incrementato. Infine, è capace di volare affrontando temperature esterne tra i -10 e i +45 gradi centigradi e venti fino a 25 nodi.
E’ nato da due società hi-tech italiane: la Npc di Imola, specializzata nel settore metalmeccanico e nella produzione di microsatelliti per impieghi scientifici e commerciali, e la Vector Robotics di Mogliano Veneto, nel Trevigiano, una startup che punta alla progettazione e produzione di droni innovativi. E’ cresciuto sull’esperienza maturata dal progetto del drone solare per il rilevamento antincendio FireHound Zerò, già introdotto sul mercato nel 2022. Finora eccellenti i risultati di sperimentazione, per Gabriele Giorgini, direttore operativo di Vector Robotics. Il drone, per lui, ha usi flessibili per i più diversi scenari, compresi quelli ove operano forze armate, corpi di polizia, organizzazioni di soccorso e di protezione civile. Più efficace dei mezzi tradizionali, facile nell’uso, silenzioso, a lunga durata di volo e dotato di sistemi di ripresa e di trasmissione video.
Guardian è di propilene espanso, leggero, robusto, resistente. Di dimensioni molto ridotte, lungo 53 centimetri, con un’apertura alare di 146 centimetri, pesa solo 1,3 chilogrammi e sulle ali è dotato di 0,4 metri quadrati di celle fotovoltaiche che ricaricano una batteria e forniscono energia al motore elettrico. Viene lanciato a mano da un singolo operatore e può volare ad una quota operativa massima di 5 chilometri, con una velocità di crociera di circa 40 chilometri orari. Gli approfondimenti tecnici non finiscono qui. Su Guardian possono essere montate una videocamera full-HD fissa, una 4K ultra-HD Starlight con zoom digitale, ma anche una camera EO+IR con auto-tracking a infrarossi. Il suo sistema di trasmissione digitale garantisce la ricezione di un segnale privo di interferenze e permtte di inviare alla stazione a terra che lo ha lanciato le immagini raccolte, pur essendo dotato di una scheda di memoria SD che registra tutti i dati raccolti, che poi potranno essere trasferiti su altri supporti dopo l’atterraggio. Utile, pure, conoscere il suo raggio d’azione, importante per operazioni urgenti adottate sul luogo di emergenze: è di 10 chilometri, che può essere ulteriormente incrementato. Infine, è capace di volare affrontando temperature esterne tra i -10 e i +45 gradi centigradi e venti fino a 25 nodi.
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