Il decreto Sicurezza ci impone una riflessione sulla libertà
Il Decreto Sicurezza, varato dal CdM, fa riflettere sulla libertà nell’esperienza sociale, politica e giuridica, la libertà in tempo di guerre, oppressioni economiche e paure globali oltre che un’esigenza è un diritto che non può e non deve essere compresso. Come la protesta e il dissenso legittimo che vanno sempre garantiti e distinti dalle derive violente e dallo sterile ostruzionismo, per un “nuovo statuto” che contemperi libertà e sicurezza. Ma la realtà quotidiana vissuta dai cittadini, e quella di chi strumentalmente e per calcolo ha parlato di compressione delle libertà e deriva securitaria, confliggono. I moralizzatori da salotto pur non essendo Cicerone, nonostante esprimano posizioni confuse e contraddittorie su temi cruciali, da cultori della tecnocrazia non accettano il responso elettorale, che vede per la prima volta una donna a capo del Governo, e l’ambìto Ministero dell’Interno affidato alle cure di un prefetto apprezzato per il suo equilibrio e dedizione, competenza e senso delle istituzioni. È dunque lecito porsi alcune domande, il DL Sicurezza comprime le libertà o le pone in equilibrio, considerato che le libertà sono tali quando risultano in armonia con le libertà di tutti gli altri e dunque, il provvedimento si sforza di tutelare meglio le persone fragili? Tutela i lavoratori in uniforme esposti a mille pericoli ma considerati di parte quando governa l’altra parte? Garantisce la fruibilità della casa popolare o di proprietà che è stata sottratta al legittimo fruitore o proprietario? Tutela le scelte e gli investimenti dello Stato per la costruzione d’infrastrutture strategiche? Garantisce l’invocata trasparen-za negli interventi di polizia e nei penitenziari attraverso la dotazione delle Body Cam? Qualifica la tutela delle vittime dell’usura? La risposta è affermativa se si legge il provvedimento.
Allora va posto il quesito sul senso dello Stato e sulla funzione parlamentare, che non può e non deve diventare un’arena come al tempo dei Cesari, preso atto che in maniera irrituale ma legittima, il Governo ha momentaneamente sottratto il DL Sicurezza allo stallo dell’iter parlamentare, che andava avanti da circa un anno e mezzo per discutere e approvare 38 articoli. In democrazia la libertà si esercita nel rispetto della legge e delle libertà degli altri, l’idea di libertà eticamente orientata è insita in ogni democrazia, ove l’arbitrio dei singoli o gruppi e la libertà di fatto non può trovare asilo. Il DL Sicurezza offre strumenti trasparenti, per liberare cittadini e poliziotti oppressi dal libertinaggio e dall’impunità di condotte deplorevoli e nocive, sforzandosi di porre argini al fenomeno dei reati predatori che producono insicurezza e disagio diffuso, danni alla collettività e dileggio dello Stato. L’arcaica e rozza idea di libertà di chi sostiene o esalta l’arbitrio e le sue innumerevoli interferenze sociali, non può essere elevato ad esperienza sociale di coesistenza tra gruppi di persone libere, l’anarchia e negazione del patto di comunità che si riconosce nei valori della nostra Carta e nell’autorità dello Stato. Incoraggiare una falsa idea di libertà, lentamente instilla dubbi sull’esercizio della nostra libertà, che non può che essere disciplinata e orientata come in ogni Stato di Diritto poi, meglio sarebbe se la politica fosse più costruttiva in ambito parlamentare, luogo ove ogni cittadino può sentirsi rappresentato. La libertà va vissuta nello spirito della legge, o per affermare una libertà di comodo si sostiene una dubbia morale depredata dall’etica pubblica, come emerso dal confronto parlamentare ahimè… Dall’immunità della tracotanza dell’arbitrio e disprezzo per la legge a cui assistiamo, è emersa la perimetrazione dell’eccesso di forme scomposte e rabbiose di anti Stato, che genera paura e angoscia tra i cittadini e nelle perso-ne fragili, le quali quotidianamente subiscono limitazioni alle proprie libertà e proprietà. Il Diritto e lo Stato sono garanzia di libertà, perché solo le istituzioni sanno e devono es-sere caritatevoli sul piano laico, unica certezza per la tutela dei più fragili e meno abbienti contro ingiustizie e sopraffazioni. Come per le Body Cam, che potranno documentare meglio la vocazione trasparente degli agenti nell’uso dei poteri e della forza, che lo Stato ha delegato all’Autorità di Polizia per gestire o contrastare situazioni critiche, ragione su cui fonda l’indifferibilità della tutela legale per poliziotti e militari, misure rivendicate da tempo immemore dal sindacato dei poliziotti di base e andavano assicurate.
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