Attualità

Il Consiglio di Stato soffia sul castello di carte del Liceo del Made in Italy

di Eleonora Ciaffoloni -


Sono 375 gli studenti che per l’anno scolastico 2024/2025 si sono iscritti al Liceo del Made in Italy. E se pensiamo che questo numero rappresenta solamente lo 0,08% degli studenti che stanno iniziando in questi giorni il loro percorso nella scuola secondaria di secondo grado, potremmo definire questo nuovo “indirizzo” un vero e proprio flop. La scelta degli studenti italiani, che si trovavano per la prima volta di fronte alla possibilità di scegliere tra gli altri anche il Liceo del Made in Italy, è virata sui classici percorsi di studio, con il 55,6% del totale dei nuovi iscritti che ha preferito i licei. Numeri impietosi che potrebbero essere giustificati non solo dall’ignoto che rappresenta questa novità, ma anche da quanto (poco) si sa su questo Liceo voluto dal governo Meloni per rilanciare le eccellenze della Penisola con un piano di studi – a quanto dichiarato – che privilegia tutto quello che è alla base del sistema produttivo italiano.

E così ai dubbi degli studenti, a cui mancava al momento dell’iscrizione (e manca ancora) il dettaglio delle materie dopo il secondo anno, si affiancano quelli del Consiglio di Stato. Difatti, la Sezione Consultiva per gli Atti Normativi del Consiglio di Stato ha espresso perplessità sul corso di studi introdotto dal governo, sospendendo il parere sul regolamento che definisce il quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del nuovo liceo. La questione presa in esame dal Consiglio di Stato riguarda la seconda parte dell’indirizzo di studi, ovvero il triennio e per questo motivo, fa sapere il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il liceo “andrà avanti”. La Sezione Consultiva ha espresso perplessità in relazione all’introduzione del nuovo regolamento relativo proprio all’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del liceo del Made in Italy e ha chiesto di rivedere la formulazione relativa al rapporto tra approfondimento e sviluppo di conoscenze e abilità. I giudici di Palazzo Spada hanno rivolto le loro rimostranze in particolare ai dirigenti del ministero che hanno redatto il Regolamento, perché manca all’appello “il preventivo parere della Conferenza unificata” Stato-Regioni. Una mancanza che, spiegano, “assume un rilievo essenziale in quanto la carenza di tale ineludibile passaggio procedimentale rende impossibile a questa sezione esprimere il proprio parere sulla base di una piena conoscenza del complesso degli elementi valutativi relativi al proposto intervento normativo”.

Non solo, per il Consiglio di Stato i dubbi ci sono anche in merito alla Fondazione “Imprese e competenze per il Made in Italy”, incaricata di supportare il “potenziamento” e “l’ampliamento” dell’offerta formativa, con anche “preoccupazione” sui costi di questo liceo, constatando che su questo punto nella relazione tecnica di accompagnamento non viene specificamente precisato che “tale disposizione non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Insomma, di incertezze ce ne sono e, in attesa del parere della Conferenza unificata, è stata sospesa l’emissione del Cds. A sottolineare questo particolare ci pensa il ministro Valditara: “Il parere del Consiglio di Stato è interlocutorio e non definitivo. Nella giornata di oggi è pervenuto il parere della Conferenza Stato-Regioni, che è pienamente favorevole. Peraltro, nel parere del Consiglio di Stato non vengono poste osservazioni rilevanti e, dunque, – ha ribadito – non ci sarà alcuno ‘stop'”. Gli studenti, quindi, andranno a scuola, visto che il ministero dell’Istruzione aveva previsto anche la possibilità di costituire le classi prime di questo liceo su richiesta delle istituzioni scolastiche che erogano l’opzione economico-sociale del percorso del liceo delle scienze umane, previo accordo tra l’ufficio scolastico regionale e la Regione, esclusivamente sulla base del quadro orario del piano degli studi per il primo biennio. Di certo, come ha detto il ministro Urso, “è un progetto pilota”, ma l’esempio dato in questo esordio scolastico non sembra poter spingere i prossimi studenti alla scelta del liceo del Made in Italy.


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