Attualità

Il conflitto infinito che ferma i turisti

di Redazione -


Il conflitto infinito che ferma i turisti – di ANGELA ARENA

L’escalation relativa al drammatico conflitto che da oltre un secolo affligge il Medio Oriente, provocando morte e distruzione anche e soprattutto tra civili inermi, è inevitabilmente destinata ad incidere sull’economia mondiale, con conseguenze, tuttavia, sicuramente più drastiche per i territori interessati. Lo scorso 7 ottobre, il devastante attacco del gruppo militante palestinese Hamas, ha inferto un duro colpo allo Stato di Israele, non solo per l’impressionante numero di vite umane barbaramente recise, ma anche per l’impatto che il nuovo e tragico contesto bellico ha avuto sull’industria del turismo israeliano, un settore che rappresenta il 2,8% del Pil nazionale, nonché, il 3,5% circa dell’occupazione totale. Secondo le stime dell’Ufficio centrale di statistica israeliano, infatti, nei primi nove mesi del 2023, sarebbero stati circa tre milioni i visitatori stranieri attirati dalle candide spiagge di Tel Aviv e dai siti storici di Gerusalemme e Betlemme, la cui piazza principale, nei pressi della Chiesa della Natività, appena lo scorso mese, brulicava di turisti.

Attualmente invece, in questi luoghi, regna uno scenario apocalittico: gli alberghi, anche nei territori palestinesi occupati di Gaza e Cisgiordania, dopo che i Governi si sono affrettati a riportare a casa i propri cittadini, si sono svuotati e almeno sei compagnie aeree, tra cui EasyJet, hanno temporaneamente interrotto i viaggi da e per Israele, mentre le rotte delle navi da crociera evitano le coste israeliane, un tempo tra le più gettonate. Tuttavia, l’esacerbarsi del conflitto tra Israele e Hamas, ha avuto ripercussioni anche in Europa, dove è tornata l’allerta terrorismo che ha portato ad un aumento della sorveglianza e all’evacuazione, nei giorni scorsi, di tre importanti siti per i turisti, tra cui il Museo del Louvre, la Reggia di Versailles e la stazione Gare de Lyon. Anche in Italia, sebbene, come riferisce il ministro dell’Interno Piantedosi “Non c’è un rischio concreto di attacchi terroristici”, dopo i tragici fatti del 7 ottobre, è scattato il rafforzamento degli obiettivi sensibili per il rischio emulazione: nella sola Capitale i presidi monitorati sono oltre 4.000 ma, anche altre zone sono tenute sotto controllo, come Milano, che ospita la seconda comunità ebraica in Italia. Tuttavia, sebbene il livello di allerta terrorismo sia ancora limitato a sicurezza e monitoraggio presso luoghi ad altra concentrazione di persone, dalla 60esima edizione del Ttg Travel di Rimini, come vi abbiamo raccontato la scorsa settimana, è giunto un segnale di forte ottimismo proprio per il settore dell’ospitality tricolore.


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