PRIMA PAGINA-Il compagno Conte fa il duro con Grillo
Giuseppe Conte, Elly Schlein e Nicola Fratoianni
È un silenzio assordate quello nel quale si sono trincerati per quasi l’intera giornata di ieri gli esponenti del Movimento 5 Stelle all’indomani della bordata, l’ennesima, di Beppe Grillo a Giuseppe Conte, reduce di un flop senza precedenti alle elezioni europee. Sulla questione nessun grillino è disposto a rilasciare dichiarazioni, nemmeno alcuni ex parlamentari che con garbo si trincerano dietro al classico “no comment”. Solamente qualcuno tra quelli in carica, rigorosamente a taccuino chiuso e microfoni spenti, si spinge al massimo a dire di aver trovato controproducenti le ultime uscite del comico, pur relegandole a un contesto afferente a uno spettacolo e, dunque, non politico. È però evidente che questa interpretazione è riduttiva e vuole tendere a sminuire il reale livello di insofferenza che regna in parte del Movimento 5 Stelle e, soprattutto, in chi come Beppe Grillo non ci sta a vedere quella che considera la sua creatura ridotta ai minimi termini e sempre più proiettata a diventare un partito tradizionale. Sul fronte opposto, invece, a rompere il silenzio ci pensa nel primo pomeriggio il neoparlamentare europeo, già presidente dell’Inps, Pasquale Tridico che traina l’intera delegazione grillina a Bruxelles. “Il nostro sostegno a Giuseppe Conte – recita una nota degli eurodeputati pentastellati – è unanime. Durante la campagna per le elezioni europee il Presidente si è personalmente speso con energia e determinazione per il Movimento 5 Stelle e noi non possiamo che esserne riconoscenti”. Una difesa a spada tratta dell’ex presidente del Consiglio che giunge proprio da quello che è attualmente il banco su cui Conte è imputato per il crollo dei consensi che lo ha inchiodato al 10%. Poi la bordata al comico, con il comunicato che prosegue sottolineando come “questo non è il momento delle polemiche, rimbocchiamoci piuttosto le maniche per rilanciare le nostre battaglie per la pace, il salario minimo e in difesa della Costituzione che la destra vuole picconare con l’autonomia differenziata e il premierato. Qualcuno vorrebbe darci per morti, ma noi siamo più forti e coesi di prima con la guida del Presidente Conte”. Presidente Conte che a una manciata di minuti dalla diffusione della nota dei parlamentari europei si palesa in Transatlantico dove si premura di sminuire le parole di Grillo, relegandole esclusivamente a “battute”, per poi lanciare una stoccata a quella che nei prossimi mesi potrebbe diventare una competitor alla guida del Movimento, Virginia Raggi. “Che significa ritornare alle origini? Significa restart, rewind? Il contesto politico e sociale è completamente mutato. Se non lo riesci a interpretare, sei sempre più fuori” ha tuonato Conte riferendosi alle ultime dichiarazioni dell’ex sindaca capitolina. “Se qualcuno ha inclinazioni di destra, ne tragga le conseguenze”, ha poi aggiunto, ribadendo che il campo di gioco grillino è “assolutamente” quello progressista. La linea è la stessa anticipata dal capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli, che sulle polemiche interne circa la collocazione politica aveva scritto sul social X: “’Ne’ di destra né di sinistra’. Lo sento dire da molti anni. Da quelli di destra”. Insomma, nel nuovo corso grillino, dove a differenza di quanto accadeva in passato non si consulta più neanche la base attraverso il web, continua a prevalere l’idea che sia necessario aprirsi alle alleanze con le altre forze politiche. È probabilmente dovuta a questa linea la partecipazione di una delegazione di parlamentari pentastellati alla manifestazione che le opposizioni hanno organizzato ieri in piazza Santi Apostoli dopo l’approvazione della riforma del premierato a Palazzo Madama. Raggiungendo Elly Schlein, Riccardo Magi, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, Giuseppe Conte abbraccia la segretaria del Pd e, in barba agli oppositori interni, rilancia: “Non è che ci si alza la mattina e si cambia collocazione”. Poi, prima di salire sul palco, si toglie la cravatta. Un gesto che forse Beppe Grillo avrebbe apprezzato se l’attuale numero uno del Movimento non avesse rassicurato i presenti di voler rientrare subito nei panni dell’avvocato con un “poi la rimetto”.
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