Il caso Albania riaccende lo scontro tra politica e magistratura
Dopo il caos scoppiato attorno agli immigrati irregolari trasportati presso il centro italiano per i rimpatri in Albania, che dovranno rientrare in Italia come stabilito dal Tribunale di Roma, la questione è diventata tutta politica. E non è certamente destinata a esaurirsi con il ritorno dei migranti in questione sul nostro territorio nazionale. Nonostante il ricorso che il governo presenterà contro la decisione dei giudici, come ha già annunciato il ministro Piantedosi, una Motovedetta della Guardia Costiera partita da Brindisi ha raggiunto in tutta fretta il porto albanese di Gjader per poi ripartire alla volta delle coste italiane, in direzione di Bari, con a bordo i 12 migranti, così come stabilito dal magistrato che non ha convalidato il loro trattenimento all’interno del centro.
Ma il governo non ci sta, tanto più dopo il dibattito accesissimo scoppiato attorno alla decisone della magistratura. Se le nuove modalità di gestione dei migranti da rimpatriare inaugurato con l’intesa tra Roma e Tirana aveva fatto scrivere nero su bianco alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di essere di fronte a un nuovo modello esportabile anche altrove, a stoppare immediatamente la sua applicazione ci ha pensato la sezione immigrazione del tribunale di Roma, mandando su tutte le furie la premier Giorgia Meloni e riaccendendo lo scontro politico. La maggioranza e diversi esponenti del governo hanno accusato senza mezzi termini i giudici di interferire con le politiche dell’esecutivo, mentre dall’opposizione, con la segretaria del Pd Elly Schlein in testa, si è bollata la strategia del governo come uno sperpero di denaro pubblico e si è sottolineato che bisogna rispettare regole e leggi. Insomma, questo ennesimo scontro sulla gestione dei migranti sembra destinato a portare con sé una nuova puntata del braccio di ferro tra governo e magistratura che ciclicamente fa la sua comparsa sulla scena politica quando a Palazzo Chigi e nei ministeri siede il centrodestra.
Il governo è deciso a tenere il punto e a difendere le proprie politiche, tanto che lunedì si terrà un Consiglio dei ministri che con ogni probabilità approverà un decreto per definire nuove regole nel tentativo di superare l’impasse ed evitare di dover bloccare, anche solo provvisoriamente, il trasferimento degli immigrati irregolari nei nuovi centri in Albania. Ma potrebbe non bastare, perché la questione giro interno ai paesi di provenienza dei migranti che devono essere considerati sicuri affinché si possa procedere al rimpatrio degli irregolari. E la giurisprudenza alla quale si è appigliata, per esempio, il tribunale di Roma nel decretare il rientro in Italia degli immigrati trasportati in Albania fa riferimento a una sentenza della Corte di Giustizia europea che, al netto della lista stilata dai singoli governi sui paesi ritenuti sicuri, rimanda comunque la decisione finale sui rimpatri ai singoli giudici chiamati a decidere caso per caso.
Insomma, la questione potrebbe essere destinata a non esaurirsi velocemente e a provocare un acuirsi dello scontro tra toghe e politica.
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