Il caos migranti e i muri alzati di Germania e Francia
Il caos migranti e i muri alzati di Germania e Francia. Lampedusa sommersa dagli arrivi e l’Europa in silenzio.
Ore, giorni e notti di arrivi e di momenti drammatici. Lampedusa si sveglia all’alba sommersa da migliaia di persone che senza sosta sono arrivate a bordo di ogni tipo di natante dal Mar Mediterraneo, facendo segnare – e matematicamente superare – un record di soccorsi e di sbarchi sull’isola siciliana, ormai diventata l’approdo più in difficoltà del continente. Martedì si erano contati oltre un centinaio di approdi e decine di segnalazioni della Guardia Costiera su altrettanti barchini al largo e in viaggio verso l’isola. Sbarchi che hanno fatto registrare oltre 5mila arrivi in un giorno e fotografato centinaia di persone ammassate e in fila sul piccolo molo, in attesa del trasferimento. Per tanti – per ora 6.800 – un viaggio andato a buon fine, per altri la fine: è la drammatica morte di un neonato di cinque mesi, finito in acqua e annegato al momento dello sbarco, a far calare il silenzio e soprattutto, a far comprendere le difficoltà di una gestione ormai insostenibile.
I soccorritori, i volontari, i cittadini e le forze dell’ordine lavorano senza sosta, ma con questi numeri nulla può essere sotto controllo. “Qui siamo tutti stanchi e provati sia fisicamente che psicologicamente, la situazione sta diventando ingestibile e insostenibile” racconta il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino e che sottolinea: “È la sconfitta dell’Europa, di un sistema che lavora sempre in emergenza e non mette mai in atto delle reali e vere politiche migratorie”. Uno sfogo che assomiglia a un appello, a una richiesta di aiuto di fronte a un abbandono da parte delle istituzioni europee, ma anche della tanto annunciata – ma non mantenuta – solidarietà da parte degli altri Stati membri.
Perché proprio nelle scorse ore Francia e Germania hanno chiuso la porta in faccia all’Italia.
Migranti: Francia e Germania chiudono la porta all’Italia
Da parte dei cugini d’oltralpe l’altolà è arrivato dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin, che ha annunciato senza troppi fronzoli l’intenzione di voler “blindare” il confine tra Mentone e Ventimiglia, sostenendo che è stato registrato “un aumento del 100% dei flussi”. Diverso meccanismo, ma stesso fine, quello delle dichiarazioni che arrivano da Berlino, che annuncia per voce del ministro dell’Interno Welt lo stop ai processi di selezione dei richiedenti asilo che giungono in Germania dall’Italia nell’ambito del cosiddetto “meccanismo di solidarietà volontaria”. Le motivazioni sono da spiegarsi nella “forte pressione migratoria” e della “continua sospensione dei trasferimenti di Dublino”.
Eppure, le decisioni dei singoli Paesi sembrano allontanarsi e di non poco da quello che, proprio ieri, ha voluto rimarcare Ursula von der Leyen nel discorso sullo stato dell’Unione a Strasburgo. Unità, accordo, efficacia, partneriato: queste le parole chiave che la presidente della Commissione Ue ha utilizzato per fare appello ai 27 Stati membri per raggiungere un compromesso proprio sulla questione migratoria.
“Il nostro lavoro sulla migrazione si basa sulla convinzione che l’unità è alla nostra portata” dice von der Leyen, che cerca di mettere un punto: “Un accordo sul Patto non è mai stato così vicino. Il Parlamento europeo e il Consiglio Ue hanno un’opportunità storica per realizzarlo. Dimostriamo che l’Europa può gestire l’immigrazione in modo efficace e compassionevole. Finiamo il lavoro”. Un lavoro che viene richiesto da anni, soprattutto dall’Italia, ma che è rimasta a lungo inascoltata. Anche di fronte agli arrivi record di queste ore a regnare è stato il silenzio.
Von der Leyen intanto chiede “Unità all’interno dell’Unione”, un “nuovo equilibrio” e anche “dimostrazioni” sulla gestione, anche se le risposte degli altri Stati fanno pensare a tutto tranne che alla solidarietà.
A complicare ancora di più il quadro sulla questione migratoria, ora, sono anche le devastazioni che hanno colpito il Marocco e la Libia. Il terremoto che ha devastato Marrakech e le alluvioni che hanno messo sott’acqua la città di Derna, nella Cirenaica, hanno registrato migliaia di morti, ma anche un numero altissimo di sfollati. Soprattutto dalla costa libica – da dove, già di norma, le partenze di barche e barchini verso le coste europee erano all’ordine del giorno – le folle che si mettono in viaggio crescono di ora in ora, aumentando esponenzialmente il traffico di vite umane che farà rotta anche in Italia.
Di certo, l’emergenza non si placherà e all’accrescere dei problemi, dovranno accorrere anche delle soluzioni. E secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, proprio “le istituzioni comunitarie devono essere parte della soluzione”.
Torna alle notizie in home