Politica

PRIMA PAGINA-Il caos di Macron e l’antidoto Meloni-Intervista a Giangiacomo Calovini

di Giuseppe Ariola -


L’esito dei ballottaggi in Francia ha bocciato la strategia di Macron e mandato il Paese nel caos che per bloccare l’avanzata della La Pen ha stretto un’alleanza con la sinistra che potrebbe rivelarsi letale. A Parigi si temono, infatti, ingovernabilità e instabilità, con potenziali conseguenze anche in Ue. Ne abbiamo parlato con il deputato di Fratelli d’Italia Giangiacomo Calovini con il quale abbiamo fatto il punto sui nuovi equilibri post elezioni sia in Francia che in Europa.

Come valuta l’esito delle elezioni in Francia? E la strategia di Macron?

“Questo risultato segna una sconfitta per Macron che ha indetto le elezioni legislative quando aveva circa 250 deputati all’Assemblea Nazionale e adesso se ne trova con un centinaio in meno. Aveva a Palazzo Matignon un suo uomo di fiducia e adesso, molto probabilmente, si ritroverà ad averne uno non altrettanto di fiducia. Dal mio punto di vista la sua strategia non ha funzionato. Per quanto riguarda chi vince e chi perde, hanno perso tutti, soprattutto i cittadini francesi perché l’esito elettorale porterà certamente instabilità e, contrariamente a quanto sta accadendo con qualcuno di centrosinistra in Italia che prova a esultare, non c’è nulla da festeggiare. Innanzitutto, non si può fare una comparazione tra Italia e Francia, perché i sistemi elettorali sono completamente diversi, così come il sistema partitico. In Francia c’è un partito di centro, quello di Macron, che ha ottenuto il 24%, cosa che in Italia non c’è. Secondo me si andrà verso una fase di instabilità nel quale a rimetterci sono la Francia e l’Europa”.

In vista dei prossimi appuntamenti europei questo esito elettorale può determinare contraccolpi?

“Indicare il commissario francese è una prerogativa del Presidente della Repubblica. Peraltro, la legge francese prevede che la prima seduta dell’Assemblea legislativa avvenga il secondo giovedì dopo il voto, casualmente il 18 luglio, stesso giorno in cui si riunirà il Parlamento europeo, ma entro questa data non ci sarà mai un governo che possa contrapporsi a un’indicazione dell’Eliseo. Magari bisognerà tenere conto del governo che si formerà, ma non vedo una contrapposizione. Né la immagino in virtù di quello che succederà all’interno della Commissione. Mi spiego. È vero che la Le Pen non può governare e non ha la maggioranza all’Assemblea Nazionale, ma non dimentichiamo che Rassemblement National è comunque il primo partito. Una settimana lo hanno votato fa il 33% dei francesi, un dato di fatto che è stato confermato con gli oltre 10 milioni di voti ai singoli ballottaggi. Anche il voto europeo è stato chiaro, gli elettori hanno chiesto una presenza maggiore di centrodestra nelle istituzioni Ue. E chi sta vincendo in questa partita è Giorgia Meloni, perché quello italiano è l’unico governo a essere uscito rafforzato dalle elezioni e perché in grado di offrire un programma credibile che è stato premiato dai cittadini”.

Eppure sembra si vada verso il vecchio schema popolari, socialisti e liberali…

“Non c’è ad oggi in Europa un assetto istituzionale che rispecchia la volontà delle urne. È per questo che il sostegno alla von der Leyen da parte degli europarlamentari di Forza Italia e del gruppo dei conservatori ad oggi non c’è. Mancano ancora 10 giorni di trattative e ci sarà anche l’incontro tra la von der Leyen e il gruppo Ecr, ma la nostra perplessità deriva dal fatto che dalle urne è arrivata un’indicazione chiara: si chiede una maggiore presenza del centrodestra, mentre il partito liberale, insieme al partito socialista che è risultato ridimensionato, vuole fare una maggioranza con i popolari. Starà a loro far comprendere che si intende imprimere un cambiamento importante sui grandi temi e a quel punto potrà esserci il supporto dei parlamentari di Ecr”.

C’è possibilità prevalga linea Tajani di apertura a un accordo Ecr?

“È chiaro che auspichiamo che i popolari prendano le distanze da certe posizioni perché siamo convinti di dover offrire ai cittadini europei una proposta di programma completamente diversa da quella degli ultimi 5 anni”.

Se dovesse invece confermarsi la maggioranza Ursula, a Giorgia Meloni che si batte per un’Europa nuova, non converrebbe porsi quale alternativa tra chi vuole mantenere lo status quo e chi vuole addirittura superare l’Unione europea rischiando il caos?

“Sono convinto che la presidente Meloni non ha alcuna intenzione di giocare sulla pelle degli italiani con una logica del tanto peggio tanto meglio. È vero che vuole presentare un progetto di Europa diverso da quello degli ultimi anni, ma allo stesso tempo il nostro partito ha ambizioni governative. Siamo un Paese che esprime un presidente del consiglio del gruppo dei conservatori. Siamo dell’idea che l’Europa debba fare dei profondi cambiamenti, ma siamo persone di buonsenso e responsabili. Vogliamo offrire a chi ci ha votato dei progetti concreti e alternativi da quelli degli ultimi anni”.


Torna alle notizie in home