Il caos dei treni, “si Salvi(ni) chi può”
Stefano Antonio Donnarumma, ad e dg del Gruppo Fs Italiane, da pochi giorni è il nuovo presidente della Regione Europa Uic, l’organizzazione internazionale che riunisce le ferrovie e i principali stakeholder ferroviari di tutto il mondo. Anticipa il suo impegno “valorizzando le grandi opportunità che abbiamo davanti a noi”. Dietro di noi e ogni giorno, caro presidente, c’è la tragedia del caos dei treni ad alta velocità. Un guasto della rete, un dispettuccio dei treni Frecciarossa o Italo che si fermano prima di una galleria o in aperta campagna, come se un fastidioso bambino avesse messo la mano sul plastico sul quale l’Italia aveva puntato molte chances. “Plastico” dell’alta velocità sul quale il nostro Paese tuttora lascia fiches milionarie del Pnrr.
Cosa succede? Masochisticamente Rfi, da qualche giorno, non nasconde le notizie tra le pieghe di una pagina web ma le invia ai giornali. Ci sono due clochard sui binari, ritardi da 90 a 120 minuti e oltre in tutto il Nord. Un ragazzo sale su un palo dell’alta tensione sui binari dell’alta velocità al Centro. Si blocca fino a un’ora e mezzo tutta la linea Bologna-Verona. L’identità non sa più quali fotografie pubblicare: tra poco arriveremo a postare online un Frecciarossa che va a schiacciarsi un pisolino nella campagne come Thomas Ceccon a Parigi 2024. Donnarumma e chi lo ha preceduto non intervengono sulla questione: uffici stampa e, presumiamo, stagisti delle relazioni pubbliche sono gli unici affannati interlocutori di una valanga di improperi nelle più diverse lingue del mondo che arrivano all’indirizzo della rete ferroviaria italiana.
Il caos dei treni italiani dell’alta velocità non fa più notizia. Ovvio che la polemica “parlamentare” però ci sguazzi. Italia Viva chiede che Salvini vada a chiarire le cose in Parlamento. Le associazioni dei consumatori si sfregano le mani. Non siamo ancora arrivati, da una parte a dichiarare che “quando c’era Lui i treni arrivavano in orario” e dall’altra a sghignazzare ricordando che la storia ha dimostrato che questa fosse una velina del Minculpop.
E poi Salvini in Parlamento non può andarci, sta inchiodato da giorni al ministero a leggersi le carte: “I tecnici stanno lavorando per ridurre al minimo i disagi. Ogni giorno ricevo tre report, mattina, ora di pranzo e pomeriggio, sul tasso di puntualità che fortunatamente sta migliorando (sic)”. E poi sgancia una vera e propria bomba, speriamo non sulla rete Rfi: “E’ chiaro che quando fai tanti cantieri per garantire sicurezza senza bloccare la circolazione, qualche disagio lo causi e lo fai ad agosto, perché ad agosto ovviamente ci sono meno pendolari, meno studenti che prendono treni”. I turisti, specie, quelli stranieri, ringraziano in tutte le lingue del mondo. Come si dice in inglese “Si Salvi(ni) chi può”?
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