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Il cane, il gatto e le cure per il tumore “Non chiamatelo accanimento terapeutico”

di Redazione -


 

DI IRENE GIUROVICH
I tumori colpiscono anche i nostri amici animali. Eppure, ancora oggi numerosi sono i proprietari che ritengono, erroneamente, queste terapie un accanimento quando, invece, rappresentano la terapia che consente loro di guarire e tornare ad una vita normale. Certo, i costi possono creare un freno, ma si sa che prendere con sé una creatura a quattro zampe richiede sacrifici e responsabilità. Ne abbiamo parlato con l’oncologo Enrico Volpe che presta la sua attività in varie strutture sanitarie e ricorda: niente fumo se si vuole tutelare anche il nostro quattro zampe. Nato a Vicenza il 15 novembre 1989, vive a Fagagna (Friuli), si è laureato con lode nel 2013 a Padova. Nel post laurea si è dedicato a numerosi corsi di oncologia e dermatologia; è iscritto alle società specialistiche italiane per le due specialità.
Lo abbiamo incontrato a Portogruaro nella Clinica Concordia.
Quando e come si sono sviluppate le cure oncologiche in medicina veterinaria?
Difficile stabilire una data precisa: nel 2009 in Italia nasce il primo centro oncologico specialistico veterinario a Bologna. Abbastanza recente è la radioterapia veterinaria introdotta a livello mondiale nel 1994.
Le terapie in medicina veterinaria sono analoghe a quelle della medicina umana?
Molte terapie che si effettuano in veterinaria sono similari a quelle della medicina umana, pensiamo alla chemioterapia o alla radioterapia. Ci sono però altre terapie che si eseguono solo in umana, come l’immunoterapia, anche se quest’ultima negli ultimi anni si sta sviluppando anche in veterinaria e, in prospettiva, si userà anche l’elettrochemioterapia.
La radioterapia si pratica?
Assolutamente sì, purtroppo solo due centri in Italia la effettuano (Sasso Marconi e Romanengo), altrimenti è necessario rivolgersi all’estero (Postumia o Zurigo).
Quanto costano uno o più cicli di chemioterapia?
Il range è molto ampio: da qualche centinaia di euro fino a oltre mille euro. Dipende dal tipo di neoplasia, dalla stadiazione, dalla presenza di altre patologie in corso, dal tipo di farmaco scelto, dai cicli previsti.
Ha riscontrato un incremento delle diagnosi tumorali?
Negli ultimi anni abbiamo registrato un aumento della casistica relativa ai tumori, è vero, però che ci sono una maggiore consapevolezza dello stato di salute del proprio compagno di vita e una maggiore possibilità all’accesso alle cure oncologiche.
I tumori più frequenti e l’età di insorgenza?
Sicuramente il linfoma e il mastocitoma; l’età risulta molto variabile e dipende dal tipo di neoplasia. Purtroppo vediamo anche molti animali in giovane età.
Più gatti o cani?
Vengono colpite entrambe le specie. Personalmente vedo molti più cani, anche perché il gatto si stressa molto solo per il viaggio e questo può essere un fattore frenante anche per venire semplicemente in visita.
Ci sono razze più predisposte geneticamente di altre?
Ci sono alcune neoplasie maggiormente evidenziate in alcune razze (pensiamo al Sarcoma istiocitico nel Bovaro del Bernese); le neoplasie colpiscono anche i meticci.
Quali soluzioni propone di solito?
Dipende dal tipo di tumore, ogni neoplasia ha il suo iter di ricerca di eventuali metastasi; in funzione dei risultati si valuta il protocollo terapeutico migliore.Ci sono proprietari che rinunciano a priori alle cure oncologiche?
Tanti proprietari pensano che la chemioterapia sia accanimento terapeutico, cosa estremamente sbagliata. Dedico molto tempo a spiegare cos’è un accanimento terapeutico e cosa sono le terapie oncologiche. Dopo le dovute spiegazioni allora molti proprietari decidono di eseguire il protocollo. Purtroppo l’aspetto economico ferma molto i proprietari.

Di che cifre parliamo?
Dipende, in quanto non si deve tenere conto solo della terapia, ma anche degli esami che avvengono prima e durante la terapia. A volte parliamo di un migliaio di euro e fino anche a 4-6 mila euro per un protocollo di radioterapia.
Esistono anche per l’animale cure preventive come per l’essere umano (alimentazione corretta, movimento…)?
Come in umana ci sono fattori predisponenti e quindi sconsiglio l’esposizione al fumo passivo in quanto nel gatto predispone maggiormente al carcinoma orale oltre che al linfoma intestinale. Nel cane il fumo passivo predispone al carcinoma nasale. Per il cibo non ci sono particolari dimostrazioni.
Poche in Italia le cliniche specializzate anche in medicina oncologica: perché?
La gestione della medicina oncologica è complessa in quanto i farmaci sono tossici per gli operatori che li maneggiano e quindi bisogna disporre di un’attrezzatura molto costosa per gestire tutta la procedura in sicurezza (cappa, attrezzature DPI) e questo limita molto le strutture ad investire in oncologia.

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